La Germania, secondo uno studio di Confartigianato su dati Eurostat, è primo mercato del made in Italy per quanto riguarda la fornitura di ricambi e accessori. Lo scandalo VW potrebbe avere significative ripercussioni
Il caso Wolkswagen relativo ad alcune irregolarità che riguardano un particolare software utilizzato su alcuni motori Diesel sul mercato Usa potrà avere conseguenze rilevanti sulle transazioni all’interno delle filiere globali dell’auto.
Tenendo conto della forte globalizzazione del settore – il Gruppo Wolkswagen occupa 597.800 addetti di cui più della meta (54,2%) al di fuori della Germania – è opportuno combinare l’analisi per mercato di destinazione dell’export con il posizionamento del made in Italy sul mercato tedesco.
Negli ultimi 12 mesi l’Italia esporta Parti ed accessori per autoveicoli per 11.743 milioni di euro e la Germania è il primo mercato di destinazione del made in Italy con il 22,7% dell’export totale, seguita della Francia con il 10,7%, dalla Spagna con l’8,2%, il Regno Unito con il 7,1% e gli Stati Uniti con il 5,9% e la Polonia con il 5,1%. I primi dieci mercati di destinazione assorbono quasi i tre quarti (72,6%) del totale dell’export; le vendite verso i mercati Ue 28 rappresentano il 70,4% del totale mentre quelle verso paesi extra Ue sono il rimanente 29,6%. L’Italia è il quarto Paese fornitore della Germania per Parti ed accessori per autoveicoli (7,0% dell’import tedesco), dietro a Repubblica ceca (13,7%), Polonia (11,2%) e Francia (9,7%).
A giugno 2015 nella Produzione di parti ed accessori per autoveicoli e loro motori operano 2.124 imprese di cui 614 (28,9%) sono imprese artigiane, le quali danno lavoro a 3.013 addetti.
In relazione al sistema di produzione globale va infine ricordato come l’automobile è l’unico settore in Italia che registra più addetti impiegati nelle imprese residenti all’estero a controllo italiano rispetto a quelli impiegati nelle imprese residenti in Italia: il grado di internazionalizzazione attiva per la Fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi registra un valore del 100,9%, cinque volte la media del manifatturiero (21,7%).
Una analisi dettagliata della filiera dell’auto è disponibile nel lavoro dell’Osservatorio MPI di Confartigianato Lombardia “Alcuni numeri chiave su filiera auto: un’impresa su due è artigiana” predisposto in occasione della 33^ edizione di Confartigianato Motori.
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