La piena ripresa delle attività in giugno e la conseguente esigenza di consegnadelle merci hanno consentito al mercato dei veicoli commerciali di contenere la flessione delle immatricolazioni del mese ad un -5,8%. Sulla base delle stime elaborate e diffuse oggi dal Centro Studi e Statistiche UNRAE, in giugno sono stati immatricolati 16.000 autocarri con ptt fino a 3,5trispetto ai 16.990 dello stesso mese del 2019. Dopo i crolli degli acquisti nel trimestre marzo-maggioper l’emergenza da COVID-19(rispettivamente a -71%, -90% e -33%), al giro di boa del I semestre i veicoli da lavoro perdono oltre 1/3 dei volumi, segnando una flessione del 36% con 61.749 immatricolazioni, che si confrontano con le 96.433 del gennaio-giugno dello scorso anno.
“Il nostro Paese sta cercando di tornare a livelli più regolari di operatività, ma lo scenario di grande incertezza non giova alla domanda interna e agli investimenti delle Aziende-esordisce Michele Crisci, Presidente dell’UNRAE, l’Associazione delle Case automobilistiche estere, nel commentare i risultati del mercato.Nonostante le profonde difficoltà, il Governo italiano tarda amettere in campo seri interventi strutturali di sostegno al settore automotive e al comparto dei veicoli da lavoro.E non sono certamente sufficienti i contributi 2019-2021 per gli investimenti nell’autotrasporto, che interessano la sola fascia dei veicoli commerciali più pesanti,e che ancora devono trovare una completezza dell’iter di approvazione”.“Senza misure quali incentivi per l’acquisto di veicoli nuovi a fronte di rottamazione di quelli più obsoleti e l’aumento del credito d’imposta dal 6 al 12%-conclude Crisci -il mercato si avvia a chiudere l’anno 2020 con unacadutadel 26% e 140.000 veicoli complessivamente immatricolati”.
L’analisi della struttura di mercato dei primi 5 mesi (con dati ancora suscettibili di leggeri aggiustamenti nei prossimi due mesi, a causa dei ritardi di immatricolazione) mostra una flessione superiore al 40% per tutti i canali di vendita. In particolare, i privati segnano un -40,4% e un recupero di quota di quasi 1 punto che li porta al 22,8% del totale. La flessione del 59% delle autoimmatricolazioni e del 39% delle altre società determina il calo del 41,5% delle società nel complesso, con una quota che sale anch’essa di quasi 1 punto al 48,9%.
La performance peggiore è evidenziata dagli acquisti del noleggio che perdonoquasi la metà dei volumi (-46,1%) e scendono al 28,3% di quota di mercato (-1,8 p.p.). In deciso calo il lungo termine (-42,3%), forte flessione per il breve termine (-69,4%),a cui si affianca il -38,3% delle autoimmatricolazioni uso noleggio effettuate da Concessionari e Case auto.Dal dettaglio per alimentazione emergono forti e generalizzate flessioni: il diesel perde 30.000 veicoli, con un calo del 42,5% in linea con il mercato totale (confermando la quota all’88,7%), benzina e metano flettono di oltre il 50%, il Gpl cala del 76,5% e le elettriche del 21,8%. Unica eccezione, sono i veicoli ibridi che immatricolano 1.186 unità, rispetto alle 55 di un anno fa, portandosi al 2,6% di quota e superando nel ranking il Gpl. Tornano, infine, a crescere (+1,1%)le emissioni medie di CO2dei veicoli con ptt fino a 3,5t che nei primi 5 mesi dell’anno raggiungono i 163,4 g/km rispetto ai 161,6 del gennaio-maggio 2019.
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