La targa deve consentire l’immediata identificazione del veicolo e del soggetto responsabile in caso di infrazioni al Codice della strada. Un mancato controllo può portare a pesanti conseguenze, anche penali. Maurizio Vitelli, Direttore generale della Motorizzazione civile italiana, ha risposto alle nostre domande
Ogni giorno ne vediamo delle belle”: potrebbe essere questa la dichiarazione di qualsiasi autoriparatore. Già, perché in officina, in carrozzeria, dal gommista o presso un centro di revisione ogni giorno transitano veicoli con diverse esigenze di manutenzione e che spesso presentano vistosi e pericolosi interventi “fai da te” che alterano le caratteristiche di sicurezza del mezzo. In tali circostanze, il lavoro dell’autoriparatore si presenta un po’ complesso perché, prima ancora di intervenire sul veicolo e ripristinarne le difettosità o le alterazioni per la messa in sicurezza, deve lavorare col cliente al quale spiegare e fare capire che mettere le mani su motore, freni, batteria eccetera non è come cambiare la lampadina al lampadario di casa, per quanto si possa essere appassionati di motori. In tutto questo, capita anche che tra gli interventi “fai da te” si riscontri l’alloggiamento non corretto di una delle due targhe o, peggio ancora, interventi di alterazione o manomissione dei caratteri alfanumerici che ne compongono l’identificazione o addirittura di contraffazione e falsificazione. In queste ultime circostanze la cosa diventa delicata e si fa seria, con ripercussioni che dal civile possono sfociare anche nel penale. Ci sono, poi, altre situazioni legate alla leggibilità delle targhe che possono comportare la necessità della reimmatricolazione del veicolo come ci spiega l’Architetto Vitelli, Direttore generale della Motorizzazione civile. Entriamo nel merito per capirne di più.
Architetto, perché la targa di un veicolo è così importante?
Perché rappresenta la modalità che dà immediata evidenza del soggetto responsabile del veicolo in circolazione in occasione di un’eventuale infrazione al Codice della strada. Secondo l’ordinamento italiano, infatti, la targa di immatricolazione di un veicolo rappresenta “l’impronta autentificatrice o certificatrice” che viene rilasciata dall’autorità preposta con sigillo dello Stato a seguito di un iter afferente le operazioni di immatricolazione. Al termine di tale iter il veicolo viene dotato di una Carta di circolazione e delle targhe di immatricolazione, tutte con caratteristiche rifrangenti.
Per quali veicoli è obbligatorio l’uso delle targhe?
Il vigente Codice stradale all’art. 100 prevede che tutti gli autoveicoli debbano essere muniti, anteriormente e posteriormente, di una targa contenente i dati di immatricolazione; parimenti, i motoveicoli ed i rimorchi devono essere muniti posteriormente di una targa contenente i dati di immatricolazione; il regolamento di esecuzione al Codice, poi, detta le norme generali e particolari concernenti la formazione, la collocazione e la destinazione della targa nazionale.
Chi rilascia le targhe in Italia e in quali circostanze?
Le targhe vengono rilasciate per potere procedere all’immatricolazione di un veicolo. Per ottenerle è necessario presentare domanda su apposito modulo (TT 2119), compilato e sottoscritto, presso uno STA (Sportello Telematico dell’Automobilista). Il modulo è reperibile presso gli uffici della Motorizzazione ed è disponibile anche online. Le targhe vengono prodotte dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato su un supporto metallico in lamiera di alluminio ricoperto da idonea pellicola retroriflettente autoadesiva, del tipo riconosciuto dal Provveditorato Generale dello Stato sulla base degli accertamenti tecnici di rispondenza effettuati dal Ministero dei trasporti, e hanno stampato il marchio ufficiale della Repubblica Italiana.
Esiste un criterio comunitario di base per la formulazione e la composizione delle targhe, oppure ciascun Paese ha un proprio sistema?
Le targhe automobilistiche degli Stati membri dell’Unione Europea sono basate su un formato comune: possiedono una banda blu sulla sinistra della targa, che presenta la bandiera europea con le 12 stelle insieme alla sigla automobilistica internazionale dello Stato in cui il veicolo è stato registrato. Sono in formato standardizzato, sia su sfondo bianco che giallo, con caratteri neri. Le targhe con sfondo giallo, ad esempio, sono utilizzate nei Paesi Bassi e nel Lussemburgo; il Regno Unito (e la Francia fino al 2009) utilizza le targhe gialle solo per quelle posteriori, mentre le anteriori sono bianche. La Danimarca, invece, utilizza le targhe gialle per quei veicoli registrati come commerciali mentre in Svezia vengono utilizzate per i taxi. Il Belgio utilizza caratteri rossi su sfondo bianco. Quanto al materiale con il quale vengono realizzate, nel Regno Unito e in Lussemburgo circolano anche veicoli con targhe di plastica, diversamente dalla maggior parte degli altri Paesi dell’UE dove si utilizzano targhe in metallo. In Francia invece, dove la produzione delle targhe non è centralizzata, vengono realizzate sia in plastica sia in metallo, a discrezione del fabbricante.
Con l’introduzione di sistemi di controllo della velocità, come autovelox e tutor, non sono mancati e non mancano i furbetti che con stratagemmi alterano le targhe dei loro veicoli per sfuggire all’occhio vigile. Quali sono i tipi di alterazione più frequenti?
Si tratta generalmente di alterazioni della sequenza alfanumerica dell’impronta autentificatrice praticate con l’obiettivo di modificarne la sostanziale genuinità. Ad esempio, la lettera “C” viene alterata per trasformarla in una “G” o, ancora peggio, viene alterata al punto da rendere illeggibile una porzione della sequenza. Considerato, però, che sia sulla rete stradale nazionale sia su quella urbana sono funzionanti dei sistemi di controllo e rilevamento delle targhe in numero sempre più crescente, la possibilità di farla franca ormai è quasi remota e nel tempo impossibile. Tali sistemi, che nascono con lo scopo di fare rispettare i limiti di velocità dei veicoli individuando i trasgressori, laddove opportunamente integrati di omologazioni potranno essere utilizzati anche per verificare in tempo reale se un veicolo è assicurato e revisionato proprio attraverso la lettura delle targhe.
A quali sanzioni si va incontro in caso di alterazione delle targhe?
È lo stesso articolo 100 del Codice della strada che al comma 14 stabilisce testualmente: “Chiunque falsifica, manomette o altera targhe automobilistiche, ovvero usa targhe manomesse, falsificate o alterate è punito ai sensi del Codice penale”. Il legislatore nel 1992, nel formulare l’anzidetto precetto, espressamente rinvia al Codice penale il regime sanzionatorio nel caso vengano sorpresi veicoli che recano targhe manomesse, falsificate oppure alterate.
Come deve comportarsi un autoriparatore quando si accorge che la targa di un veicolo che sta riparando è alterata, manomessa, non rispondente al veicolo o addirittura clonata?
È una materia di carattere penale e pertanto la denuncia va effettuata agli organi di Polizia.
Cosa deve fare, invece, l’autoriparatore nel caso in cui il cliente porti in manutenzione un veicolo mancante di una delle due targhe e senza denuncia di smarrimento alle autorità competenti?
Ritengo che l’autoriparatore debba invitare il cliente a rivolgersi alla Motorizzazione per la regolarizzazione.
Qual è il corretto alloggiamento delle targhe sui veicoli?
L’articolo 100, ai commi 1, 2 e 3 dà disposizioni sull’alloggiamento delle targhe: sugli autoveicoli vanno posizionate anteriormente e posteriormente, mentre sui motoveicoli e i rimorchi le targhe sono solo sulla parte posteriore del veicolo. Fino a non molto tempo fa i rimorchi avevano l’obbligo di essere dotati anche di una targa ripetitrice della targa del trattore; oggi tale obbligo non sussiste più, salvo che per i carrelli appendice.
Per quali problemi occorsi alle targhe si rende obbligatoria la reimmatricolazione del veicolo?
Quando tali problemi rendono non identificabile il proprietario del veicolo in questione.
Come deve comportarsi il Responsabile tecnico in sede di revisione laddove si renda conto che un leggero scolorimento o un banale ammaccamento, non ascrivibile al proprietario del veicolo, impedisca al sistema Riconoscimento targa introdotto con MctcNet2 di riconoscere la targa e pertanto validarne il controllo?
Portando a termine la revisione deve esprimere un esito: “Ripetere”. Tale esito dà modo al proprietario di provvedere alla reimmatricolazione del veicolo, quindi alla sostituzione della targa per poi sottoporre nuovamente il veicolo a revisione. I sistemi di rilevamento targhe utilizzati per la revisione sono estremamente sensibili; la mancata lettura della targa rappresenta una prova tangibile di inidoneità.
Capita, raro ma succede, che una targa abbia dei difetti di fabbrica. Cosa bisogna fare, in questi casi?
Il proprietario del veicolo consegna la targa/e all’Ufficio provinciale della Motorizzazione civile che provvede all’invio al fabbricante, cioè all’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il Poligrafico, tramite i propri laboratori, sottopone ad esame la targa in questione e, se ritenuta difettosa per fabbricazione, ne stampa una copia che restituisce al proprietario senza costi per lo stesso.
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