Sono 11 milioni le vetture dotate del meccanismo che modifica le emissioni. Lo scandalo si allarga e i Paesi chiedono immediati chiarimenti
Lo “scandalo” Volkswagen sulle emissioni truccate non accenna a placarsi, e, all'indomani del crollo del titolo in borsa, anche Paesi come Italia, Francia, Australia e Corea chiedono immediati chiarimenti al colosso tedesco. L’inchiesta avviata dall’Epa (l'agenzia per la protezione ambientale americana) potrebbe portare a 18 miliardi di dollari di multa, oltre a possibili implicazioni penali. Secondo un comunicato di VW le dotate del meccanismo che modifica le emissioni sarebbero11 milioni in tutto il mondo. Per questo numerosi Paesi stanno chiedendo immediati chiarimenti
La Francia ha già sollecitato un’inchiesta «a livello europeo» per «tranquillizzare» i cittadini e anche controllare le altre case automobilistiche europee, ha dichiarato il ministro delle Finanze, Michel Sapin, parlando all’emittente Europe 1. I controlli, secondo Sapin, dovrebbero essere condotti sul territorio europeo, poiché sia il mercato sia le regole sono europee. L’inquinamento atmosferico, ha sottolineato, è una questione «molto importante» e bisogna evitare che la gente «sia avvelenata».
“Per il bene dei nostri consumatori e dell’ambiente, abbiamo bisogno di avere la certezza che l’industria rispetti scrupolosamente i limiti sulle emissioni delle auto», è il commento ufficiale rilasciato all'Ansa da Lucia Caudet, Portavoce Ue per il mercato interno. Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, come riporta Il Corriere, ha detto: «Ho chiesto a Volkswagen Italia rassicurazioni sul mercato italiano. Vogliamo vederci chiaro». Anche il Ministero dei Trasporti italiano esprime preoccupazione per lo scandalo delle emissioni truccate e ha avviato un’indagine interpellando sia il Kba, il maggiore omologatore delle auto in questione, sia il costruttore tedesco.
In Australia il dipartimento del governo che gestisce le verifiche ambientali ha chiesto alla Volkswagen se anche i veicoli venduti nel paese siano equipaggiati con il software «civetta» scoperto negli Stati Uniti. E anche il ministero dell’Ambiente sudcoreano ha convocato i responsabili del gruppo tedesco, annunciando verifiche su tre dei modelli diesel della casa tedesca.
(fonte: Il Corriere della Sera)
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