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Rincaro luce e gas: i costi far ripartire l’automotive

Contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas: il D.L. 17/22 convertito nella Legge 34/22 ad aprile, tampona il caro bollette provocato dalla crisi energetica e contiene le misure per rilanciare il settore automotive. Intanto, l’orizzonte è oscurato dal conflitto in Ucraina e dalla dipendenza dell’Italia dagli idrocarburi russi…

Il D.L 17/2022 (c.d. “bollette”) – meglio conosciuto come decreto bollette e convertito nella Legge 34/22 ad aprile, riporta le “Misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali”. Il Governo è intervenuto per contrastare l ’aumento delle bollette luce e gas determinato dalla pesante crisi energetica che ha colpito l’Italia e l’Europa tutta, a vari livelli, destinando fondi per un totale di 7,774 miliardi di euro. Nell’iter di conversione sono state inserite alcune semplificazioni procedurali relative all’installazione degli impianti fotovoltaici ed è stata inoltre istituita la Giornata per il risparmio energetico.

Caro bollette: le misure previste dalla legge

Le misure previste dalla legge si propongono due obiettivi: contrastare il caro energia, per calmierare nel breve tempo i costi delle bollette (circa 5,5 miliardi) e sostenere, con il restante, le filiere produttive in sofferenza, settore automotive incluso, in questa difficile fase dell’economia. Intento a lungo termine, evitare future crisi come quella in corso, aumentando la produzione nazionale di energia. La legge distribuisce il proprio peso finanziario su 10 anni, fino al 2032.

Bollette salate: in forte aumentano i prezzi di luce e gas

L’intervento del Governo risponde alla lievitazione senza precedenti dei prezzi dell’energia, che sono divenuti insostenibili per le famiglie e per le aziende di tutti i settori economici, l’industriale e il terziario, già fortemente colpite dalla pandemia. I rincari delle bollette hanno raggiunto livelli estremi, come ha spiegato l’Arera, Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, in audizione al Senato: “Il primo trimestre 2022 ha fatto registrare sul primo trimestre 2021 aumenti del 131% per il cliente domestico-tipo di energia elettrica (da 20,06 a 46,03 centesimi di euro/kWh) e del 94% per quello del gas naturale (da 70,66 a 137,32 centesimi di euro per metro cubo)”. Ma cosa ha generato questa drammatica situazione?

Caro energia: le cause

Gli aumenti delle bollette energetiche sono attribuibili principalmente al costo delle materie prime: la forte domanda che ha fatto seguito allo sblocco delle attività post emergenza sanitaria mondiale ha prodotto un’impennata dei prezzi all’ingrosso, che si è riflessa sui costi energetici a partire dal secondo semestre 2021. Annunciando gli aumenti, Arera sottolineava come il prezzo del gas sul mercato TFF (Title Transfer Facility, mercato di riferimento per lo scambio del gas naturale tra i più grandi e liquidi dell’Europa continentale) fosse cresciuto del 500% tra gennaio e dicembre 2021. Nello stesso periodo il costo delle quote di CO2 raggiungeva i 79 euro/t CO2 dai 33 euro di gennaio. In sostanza, il prezzo dell’energia elettrica all’ingrosso nel mercato nazionale ha recepito gli andamenti dei prezzi del gas e della CO2. In Italia, infatti, il mercato dell’energia dipende ancora molto dal gas, perciò gli aumenti hanno avuto effetti diretti sull’immediato anche sul PUN (Prezzo Unico Nazionale, costo di riferimento dell’energia elettrica in Italia acquistata alla Borsa elettrica all’ingrosso, aumentato nello stesso periodo di quasi il 400%, da 61 euro/MWh a 288 euro) quindi sul prezzo di gas e luce in bolletta, che si è tradotto con un incremento del 55% per l’energia elettrica e del 41,8% per il gas (aumenti finali già esito degli interventi di Stato per contrastare i rincari). La crisi energetica che ha investito tutta l’Europa si è ulteriormente allargata con i drammatici avvenimenti di questi ultimi mesi: dalla sospensione del processo di certificazione del gestore del nuovo gasdotto Nord Stream 2 allo scoppio della guerra in Ucraina il 24 febbraio, con le relative sanzioni alla Russia, il blocco degli approvvigionamenti di gas naturale all’Europa da parte di quest’ultima, gli stoccaggi europei attestati su livelli storicamente bassi, con giacenze pari al 50% della capacità… Una situazione foriera di effetti dirompenti a livello mondiale, che fa schizzare alle stelle il prezzo del gas naturale, materia prima fondamentale per le forniture di gas e la produzione di energia elettrica. Arriva dalla Russia più del 40% del gas utilizzato in Italia e il nostro Paese è afflitto da un debito pubblico già molto elevato; inoltre, non disponiamo di alternative solide come quella del nucleare in Francia o del carbone in Germania.

La risposta dell’Italia all’aumento dei costi energetici

Un vero e proprio grido di preoccupazione si è levato unanime nel mondo dell’impresa: il Presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha definito il calo energia “la mina sulla strada della ripresa” e quest’anno l’industria pagherà una bolletta di 37 miliardi. “Abbiamo bisogno di interventi strutturali, c’è la necessità che si aumenti la disponibilità di energia per l’impresa italiana, sia attraverso l’aumento del gas italiano sia aumentando le energie rinnovabili”.

A esprimere l’urgenza di “maggiori sostegni per le imprese più colpite dalla crisi, riduzione dell’IVA sulle bollette e i carburanti, nonché un deciso cambio di passo nella politica energetica con misure strutturali per ridurre la dipendenza dalle forniture estere” è stato anche il Presidente di Confcommercio Carlo Sangalli.

Le misure a contrasto del caro energia

In estrema sintesi, per le utenze domestiche e quelle non domestiche in bassa tensione per altri usi, con potenza disponibile fino a 16,5 kW, anche per il secondo trimestre 2022 vengono azzerati gli oneri di sistema dell’energia elettrica.

Annullati anche gli oneri generali di sistema applicati alle utenze con potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW, anche connesse in media e alta/altissima tensione o per usi di illuminazione pubblica o di ricarica pubblica di veicoli elettrici.

Ridotti anche gli oneri di sistema per le bollette del gas e l’IVA per il gas metano usato per combustione per usi civili e industriali, che resterà al 5% per i consumi stimati o effettivi di aprile, maggio e giugno 2022. Infine, agevolazioni potenziate per il bonus sociale, che interessa le tariffe energetiche dei clienti domestici svantaggiati economicamente e in situazioni di salute gravi.

Crediti d’imposta per le imprese per sostenere i rincari energetici

Alle imprese energivore e a quelle a forte consumo di gas naturale la legge riconosce un contributo straordinario a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, sottoforma di credito di imposta.

Questo corrisponde al 20% delle spese sostenute per la componente energetica acquistata ed effettivamente utilizzata nel secondo trimestre 2022 (a fronte di un incremento oggettivo del 30% relativo al primo trimestre 2022 sul medesimo periodo 2019) e al 15% della spesa sostenuta per l’acquisto del gas, consumato nel secondo trimestre 2022, sempre nel caso di un oggettivo incremento del 30% (primo trimestre 2022 vs stesso periodo 2019) per usi energetici diversi dagli usi termoelettrici.

Il credito d’imposta sarà utilizzabile esclusivamente in compensazione e non concorre alla formazione del reddito d’impresa né della base imponibile dell’imposta regionale sulle attività produttive.

 

ENERGIA: FONDO AUTOMOTIVE E INCENTIVI

La Legge 34/22 risponde anche alle sollecitazioni pressanti del mondo automotive istituendo un fondo automotive, fortemente sollecitato e atteso dalle associazioni del settore e da tutte le imprese. Tre i macro obiettivi:

 

•           Riconversione, ricerca e sviluppo del settore automotive

“Al fine di favorire la transizione verde, la ricerca, gli investimenti nella filiera del settore automotive finalizzati all’insediamento, alla riconversione e riqualificazione verso forme produttive innovative e sostenibili, in linea con gli obiettivi europei di riduzione delle emissioni nocive per l’ambiente e di sviluppo digitale, nonché per il riconoscimento di incentivi all’acquisto di veicoli non inquinanti e per favorire il recupero e il riciclaggio dei materiali”.

Il Fondo prevede finanziamenti fino al 2030: 700 milioni di euro nel 2022, quindi 1 milione di euro ogni anno, dal 2023 al 2030. Decreti successivi stabiliranno la ripartizione dettagliata delle risorse stanziate.

 

•           Ricerca e sviluppo di tecnologie innovative

“Al fine di promuovere la ricerca, lo sviluppo della tecnologia dei microprocessori e l’investimento in nuove applicazioni industriali di tecnologie innovative, anche tramite la riconversione di siti industriali esistenti e l’insediamento di nuovi stabilimenti nel territorio nazionale”.

Viene istituito un fondo con una dotazione di 150 milioni di euro per il 2022 e 500 milioni di euro ogni anno, dal 2023 al 2030.

 

•           Formazione, Fondo nuove competenze

La legge interviene anche a integrare, tra le aziende destinatarie delle agevolazioni del Fondo nuove competenze (Legge 17 dicembre 2021, n. 301) i fondi di quelle che abbiano sottoscritto accordi di sviluppo per progetti di investimento strategico nella transizione ecologica e digitale, per consentire l’adeguamento strutturale delle competenze dei lavoratori.

Il sostegno alle imprese per riqualificare il personale si esprime attribuendo al Fondo (alimentato dai contributi dello Stato e del FSE-Pon Spao), il costo delle ore di lavoro destinate alla formazione.

 

“REPOWER EU”: IL PIANO EUROPEO PER TAGLIARE L’IMPORT DI GAS RUSSO

A inizio marzo l’Aie-Agenzia internazionale dell’energia, ha presentato un decalogo per riuscire a tagliare di più di un terzo le importazioni di gas russo entro un anno. Il piano “Repower EU” prevede:

1.         Diminuzione di un grado della temperatura del riscaldamento domestico per qualche mese

2.         Tasse temporanee sui profitti extra di cui stanno beneficiando gli operatori del mercato energia (gas, carbone, nucleare, energia idroelettrica e altre energie rinnovabili)

3.         Nessun nuovo contratto di fornitura di gas con la Russia

4.         Diversificazione delle forniture

5.         Introduzione di obblighi minimi di stoccaggio nazionale

6.         Accelerazione sui nuovi progetti eolici e solari

7.         Massimizzazione della produzione da bioenergie e nucleare

8.         Accelerazione della sostituzione delle caldaie a gas con pompe di calore

9.         Interventi per l’efficienza energetica negli edifici e nell’industria

10.       Maggiori sforzi per gestire stagionalità e picchi di consumo, per allentare i forti legami tra l’approvvigionamento di gas e dell’elettricità in Europa.

A integrazione del Piano, in seguito all’accordo UE e USA, all’Europa arriveranno dagli Stati Uniti, entro il 2030, 50 miliardi di metri cubi di gas liquido.

L’ITALIA E IL GAS RUSSO

L’Italia è fortemente dipendente dalle importazioni di gas dalla Russia e non può contare sulle forniture da nucleare come la Francia o da carbone come la Germania. Per “azzerare” entro due anni le importazioni l’Italia ha in attivo accordi con l’Algeria per aumentare di circa 10 miliardi di metri cubi le forniture; il raddoppio delle capacità del Tap, il gasdotto che arriva in Puglia e trasporta il gas azero; l’aumento significativo delle importazioni di gas liquefatto, costruendo altri rigassificatori sul territorio nazionale. Per questo, sono in atto anche accordi con il Qatar, terzo produttore di gas naturale al mondo e terzo esportatore anche per l’Italia, nonché primo per il gas naturale liquefatto. Non solo: dagli Usa arriveranno all’Europa 50 miliardi di metri cubi di gas liquido entro il 2030. L’intesa tra Stati Uniti e Commissione UE prevede la costituzione di una rete di stoccaggio del Gnl in tutto il continente e le relative infrastrutture di distribuzione. Confermato, infine, l’aumento dell’approvvigionamento di gas grazie agli accordi stipulati dal Governo italiano con Angola e Congo.

a cura di Manuela Battaglino