Una guida sul restauro delle auto d’epoca o classiche. Partendo dalla scelta principale: restauro conservativo o restauro totale, al ripristino della meccanica, la scelta dei ricambi per le auto vintage, i trattamenti protettivi, di rifinitura, manutentivi… Prima Parte
Come restaurare un’auto d’epoca o classica? Innanzitutto, occorre definire se procedere con un restauro conservativo o un restauro totale. Una scelta che dipende da più fattori…
Inizia con questo primo articolo una serie a puntate dedicata al restauto delle auto d’epoca o classiche che affronterà aspetti sempre più dettagliati: dal ripristino della meccanica, alla scelta dei ricambi per le auto vintage, ai trattamenti protettivi, di rifinitura, manutentivi…
Restaurare un’auto: alcune premesse prima di procedere
Nel corso della vita di un’automobile, gran parte dei suoi organi è soggetta a un consumo più o meno rapido e intenso, in base al suo utilizzo. Un’automobile va continuamente curata e manutenuta se si vuole preservarla nel tempo.
Iniziamo a introdurre alcuni aspetti spesso poco valutati da appassionati e addetti al settore del mondo dell’auto vintage.
I mezzi più o meno antichi devono essere considerati anche come un patrimonio culturale da conservare, testimoni delle varie epoche a cui appartengono.
Ecco perché, in caso di ripristino o restauro di un’auto d’epoca, è necessaria la sensibilità del restauratore nel salvare, ricondizionare o sostituire pezzi, sempre nel rispetto dell’autenticità del mezzo sottoposto a intervento.
Durante il restauro di un’auto d’epoca, gioco forza, si perde sempre l’originalità e bisognerebbe attenersi alla regola del minimo assoluto: cercare di sostituire quanto meno possibile e, se dovesse essere necessario un intervento drastico, fare tutto attenendosi a regole e materiali dell’epoca del mezzo in restauro.
Un esempio pratico: se si dovesse intervenire sull’impianto frenante sostituendo ferodi e tamburi, cambiare radicalmente tutto e montare un impianto a dischi sarebbe un gravissimo errore.
È innegabile che l’evoluzione tecnica abbia fatto sì che i freni a disco garantiscano una migliore frenata, ma vedere un’Alfa Romeo 6C con una modifica così sostanziale sarebbe inaccettabile e rovinerebbe l’auto.
Auto d’epoca: preservazione, conservazione e restauro
La conservazione dei beni storici, in cui le auto d’epoca sono inserite, contribuisce ad accrescere il patrimonio culturale dell’umanità e per questo bisogna soffermarsi innanzitutto ad analizzare i processi utili a questo scopo: la preservazione, la conservazione e, per ultimo, il restauro.
Ogni bene culturale o opera dell’uomo è nata con una specifica funzione: di pura natura estetica come nel caso dell’arte, oppure funzionale come nel caso di uno strumento musicale o di un’automobile.
Da tutto questo nasce l’esigenza di mantenere tutti questi bene “vivi”, in efficienza, per continuare a essere testimoni di un’epoca passata. Bisogna accettare i limiti e le carenze rispetto ai prodotti attuali e ci si deve documentare su tutto quello che girava attorno ad un veicolo all’epoca della sua realizzazione, dai principi di funzionamento ai materiali utilizzati e i metodi di fabbricazione.
Prima di addentrarci nel restauro, analizziamo gli altri processi di conservazione del bene; la preservazione è il tenere lontano da un pericolo e da un danno il bene in nostro possesso.
Come preservare un’auto d’epoca
Preservare nel mondo dell’automobile, quindi, significa adottare accorgimenti per far sì che non deperisca sotto l’effetto di agenti esterni quali acqua e umidità per esempio: custodire il mezzo in un garage privo di umidità e al riparo da agenti atmosferici è sicuramente un efficace metodo di preservazione di un’auto, ad esempio.
Come conservare un’auto d’epoca
La conservazione, invece, è un processo molto simile all’ordinaria manutenzione di un veicolo moderno, ovviamente adattata a un mezzo vintage.
Alla conservazione si possono assimilare operazioni come, per esempio:
- la ceratura
- la lubrificazione degli organi meccanici
- un trattamento protettivo degli interni.
Tutto quello che abbiamo descritto precedentemente è propedeutico ad un restauro e andrebbe sempre considerato prima di cominciare un lavoro: pensate se, dopo aver speso tempo e denaro, un’auto fresca di carrozzeria venisse parcheggiata in mezzo ad un campo in piena campagna o in uno spiazzo assolato in riva al mare.
Il restauro di un’auto d’epoca
Il restauro dei mezzi d’epoca è un argomento molto delicato, perché l’iter di lavoro previsto è vario e complesso, pieno di intoppi e problematiche sempre nuove che ogni volta bisogna affrontare e superare con dedizione, fatica e tempo dedicato.
Una delle parti più importanti del restauro è sicuramente il ripristino della parte meccanica di un’automobile. Due sono le possibili strade da percorrere: effettuare un restauro conservativo, oppure un restauro totale.
Restauro conservativo di un’auto classica
Il restauro conservativo di un’automobile d’epoca è un processo volto a sostituire parti ammalorate, errate o del tutto mancanti con il proposito di rendere il veicolo fruibile nel suo stato originario.
Per avere un risultato ottimale le aree restaurate devono fondersi con il veicolo, pur rimanendo distinguibili ad un’ispezione più approfondita.
Sia chiaro, ciò è diverso da una generica riparazione che indica l’adattamento, il rinnovamento o la sostituzione di componenti prevalentemente meccaniche esistenti o mancanti.
Restauro totale di un’auto classica
Questa tipologia di intervento prevede lo smontaggio completo e la rigenerazione o sostituzione di quante più parti “vecchie”.
Per far bene l’attività di ripristino di un’automobile sono necessarie passione, competenze e voglia di studiare ciò che abbiamo sotto le mani: molto spesso, infatti, si vedono lavorazioni eseguite “raffazzonando” e adattando pezzi e ricambi differenti, messi insieme giusto per “fare andare via” la macchina.
Restauro: un percorso a tappe
1. Il primo importante step dell’intervento di restauro avviene quando si mette la macchina sul ponte.
2. Prima di smontarla si deve osservare bene tutto, studiare il mezzo facendo anche fotografie (sia generali che specifiche nei punti più interessanti).
3. Una volta documentato tutto, inizia la fase cruciale dello smontaggio: potrebbe sembrare semplice, o comunque meno importante, ma non lo è. Infatti, spesso, è molto difficile disassemblare con semplicità le varie parti meccaniche, perché il tempo, l’acqua e l’ossido saldano insieme le varie parti: come tutti sappiamo, si possono perdere anche giornate intere per smontare, ad esempio, collettori e testate.
4. A questo punto, con tutto ciò che abbiamo da restaurare posizionato sul banco, si può fare l’elenco di ciò che si può sistemare, di quello che si deve rettificare e dei ricambi da ordinare nuovi.
5. Ricerca dei ricambi corretti. Per quanto riguarda quest’ultimo passaggio, possono dare un supporto le case produttrici, poiché parecchi marchi ora hanno una sezione dedicata al mondo vintage. Un altro canale utilizzato per la ricerca dei ricambi vintage è il web, con la presenza di numerose attività specializzate in un determinato marchio o modello, disseminati in ogni angolo del mondo e facilmente raggiungibili con un click o con l’invio di una mail di richiesta di aiuto.
6. Come si può immaginare, anche la ricerca dei pezzi corretti è un processo lungo e che richiede tempo, visto che nel corso di vita di un’auto potrebbero essere stati fatti aggiornamenti o, come abbiamo accennato, utilizzati ricambi non conformi. Non dimentichiamo anche di considerare i tempi di consegna che, in questi ultimi anni post pandemici, possono essere molto lunghi e rallentare di parecchio la timeline di un restauro.
Il consiglio: sarebbe buona norma cercare di far partire in parallelo anche l’eventuale ripristino di un altro comparto dell’auto, tipo la carrozzeria o l’impianto elettrico, in maniera tale da non avere buchi di tempo durante le varie tappe della lavorazione.
a cura di Federico Lanfranchi ©DBInformation
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