Il Consiglio di Stato ha bocciato lo schema del decreto e il via libera per l'archivio anti-truffa rca viene rimandato
L’archivio anti-truffa Rca si impantana nei meandri della burocrazia. Tutto sarebbe pronto per il via libera, visto che l’archivio c’è dal 2012, ma il decreto attuativo non è ancora stato adottato, e in questi giorni il Consiglio di Stato ha bocciato lo schema del decreto. I motivi sono tecnici, e non si è ancora trovata la quadra sulle modalità con cui vanno inserite nell’archivio gli automobilisti “sospetti” di truffa rca (falsi incidenti, rimborsi gonfiati, false lesioni fisiche, ecc).
Secondo l’Ania nel 2012 quasi un quarto dei sinistri denunciati è risultato sospetto. Ma con che modalità inserire i sospetti nell’archivio?
Secondo il Consiglio di Stato occorre chiarire quali sono gli elementi informativi contenuti nell’indicatore analitico, al fine di evitare la circolazione di dati sensibili eccedenti rispetto alle finalità del contrasto alle frodi. In altre parole occorre capire come stanare i furbetti senza però violare la privacy di tutti gli altri automobilisti onesti.
L’archivio era stato introdotto dal decreto legge numero 179 del 2012 con l’intento di contrastare le frodi assicurative sulle RCA. Ma i tempi si sono evidentemente allungati.
Il Consiglio di Stato invita ora il ministero dello Sviluppo economico a modificare lo schema di decreto recante il regolamento per l’istituzione dell’archivio informatico integrato dell’Ivass.
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