Presentata la nuova ricerca condotta da ANIASA e Bain & Company sul mercato automotive italiano. Avanzano i costruttori cinesi, destinati a crescenti quote in un mercato sempre più proiettato su vetture medio-grandi e in cui l’elettrico continua a non sfondare. E intanto il parco circolante continua a invecchiare
Il settore del noleggio veicoli continua a crescere, raggiungendo un’incidenza superiore al 30% sulle immatricolazioni registrate a livello nazionale; una quota sempre più significativa di nuove vetture ibride (56% del totale immatricolato ibrido plug-in) ed elettriche (32%); una flotta di 1 milione e 200mila mezzi, che si conferma leva strategica per la decarbonizzazione della mobilità italiana; 13 miliardi di euro di fatturato.
Per centrare gli obiettivi fissati al 2035, il nostro Paese non ha alternative a rivedere il peso fiscale sui servizi di mobilità turistica, urbana e aziendale a basso impatto ambientale.
Sono questi i principali dati e spunti emersi dalla presentazione della 22esima edizione del Rapporto ANIASA, l’Associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità.
In un mercato dell’auto in calo nel 2022 (-9,5%) e in graduale ripresa nel 2023, il settore del noleggio veicoli è tornato a marciare a velocità elevata, trainato dalla significativa crescita del lungo termine: 415.000 veicoli immatricolati in Italia, per un valore di 10,5 miliardi di euro, una clientela arrivata a 250.000 soggetti tra aziende di ogni dimensione e comparto, pubbliche amministrazioni e soggetti privati, oltre 31 milioni di giornate di noleggio per spostamenti a fini turistici o a breve termine, oltre 5,6 milioni di contratti di car sharing nelle città metropolitane.
Breve termine in ripresa, ma l’assenza di vetture pesa sull’offerta
Messa alle spalle la critica fase pandemica, il 2022 è stato caratterizzato da una forte crescita del giro d’affari (+59% vs ‘21), del numero di noleggi (+41%) e dei giorni di noleggio (+28%).
Sulla contrazione dei volumi – rispetto al pre-pandemia il settore ha perso 1 noleggio su 3 – hanno pesato in modo evidente le difficoltà di approvvigionamento della flotta: se nel 2021 la flotta media aveva registrato un calo pari al -28% rispetto al 2019, nel 2022 questo calo si è ridotto al -5%.
Un fenomeno causato principalmente dalla perdurante scarsità di prodotto sul mercato e dalle politiche commerciali delle Case automobilistiche che continuano a privilegiare altri canali di vendita. Questo sta comportando un numero di veicoli largamente insufficiente a soddisfare la crescente domanda turistica e una permanenza delle vetture in flotta in aumento (ora intorno ai 16 mesi).
Il car sharing torna a crescere
Il settore dell’auto condivisa sta vivendo una progressiva ripresa, ma gli effetti dell’onda lunga dello stop alla mobilità appaiono ancora evidenti, con un numero di noleggi ben lontano dai livelli del 2019: 5 milioni e 600mila. Gli utenti iscritti sono oggi quasi 2 milioni e 500mila e le vetture in flotta ammontano a 3.650. La crisi di prodotto e dei pezzi di ricambio, insieme a politiche di mobilità urbana disattente verso le potenzialità di questo settore, in termini ambientali e di impatto sul decongestionamento delle nostre città, sta frenando una maggiore diffusione della formula.
Noleggio a lungo termine, nuovo boom trainato dai privati
Il noleggio a lungo termine ha proseguito anche nello scorso anno la propria crescita (+7% del fatturato vs 2021). La combinazione di maggiori acquisti (+17%) e minori vendite di usato (-18%) ha determinato una flotta in forte aumento (+9%) che ha superato 1 milione e 100mila veicoli. Il business continua a conquistare nuove fette di mercato. Un’espansione dovuta principalmente a due fattori: una progressiva, ma ancora non adeguata, ripartenza delle consegne, che ha consentito di rispondere alle richieste di rinnovo delle flotte da parte di fleet e mobility manager; il sensibile aumento delle richieste da parte dei privati (con e senza partita IVA), che vedono nella formula una vantaggiosa risposta alle loro esigenze di mobilità, specie in questa fase di transizione verso l’elettrico. Il segmento dei privati nel 2022 ha raggiunto quota 160.000 veicoli.
Il primo trimestre 2023
Nel primo trimestre dell’anno in corso, il noleggio ha registrato una significativa crescita delle immatricolazioni rispetto allo stesso periodo dello scorso anno che lo ha portato stabilmente, per la prima volta dalla sua comparsa in Italia, sopra la quota di incidenza del 30% sul dato nazionale.
Ormai quasi un’auto nuova su tre è immatricolata dagli operatori di noleggio.
Il noleggio a breve termine, in vista di una stagione estiva che si preannuncia contraddistinta da un’elevata domanda, ha registrato indicatori positivi: fatturato (+16%), numero di noleggi (+22%), flotta (+7%).
Il lungo termine, in continuità con lo scorso anno, prosegue la propria crescita con una flotta in deciso aumento (+7%), a fronte di un boom delle immatricolazioni (+72%) che evidenzia come si stiano attenuando le difficoltà di consegne di nuove vetture, e di un giro d’affari in aumento del 9%.
“La mobilità del nostro Paese necessita di misure strutturali finalizzate al raggiungimento degli obiettivi di contenimento delle emissioni fissati a livello europeo”, ha dichiarato il Presidente ANIASA – Alberto Viano, “L’accelerazione del ricambio del nostro parco circolante non può che passare da una maggiore diffusione delle forme di mobilità pay-per-use nel nostro Paese. Per favorire il passaggio dalla proprietà all’uso dei veicoli, con conseguenti benefici ambientali ed economici, è oggi indispensabile un adeguato utilizzo della leva fiscale per alleggerirne la pressione sulla mobilità urbana, turistica e aziendale”.
“IVA al 10% per i servizi di car sharing (come per i servizi di trasporto pubblico) e di noleggio a breve termine per turisti stranieri (come già avviene per alberghi e ristoranti), maggiore detraibilità e deducibilità per le vetture aziendali elettriche”, ha evidenziato il Vice Presidente ANIASA – Italo Folonari, “sono le proposte che abbiamo formulato al Governo in vista della Legge sulla Delega Fiscale e della prossima Legge di Bilancio. Un riequilibrio fiscale per i servizi di mobilità a basso impatto ambientale trainerebbe la transizione verso l’elettrificazione del parco circolante e spingerebbe verso l’abbattimento delle emissioni nelle nostre città e verso il loro decongestionamento”
Nuovo studio ANIASA – Bain & Company “Il vento dell’Est soffia sull’automotive”
Nel corso della conferenza stampa annuale dell’Associazione tenutasi a Milano è stato inoltre presentato il nuovo studio condotto da ANIASA e Bain & Company “Il vento dell’Est soffia sull’automotive”, l’indagine annuale sulla mobilità degli italiani che ha evidenziato come il settore automotive sia destinato a cambiare molto più di quanto non abbia fatto negli ultimi decenni. Non solo nuovi modelli, anche nuove motorizzazioni (BEV, HEV), nuovi produttori (dall’Est), nuovi modelli di business, nuovi mix di segmenti (più grandi), nuovi canali (noleggio).
Il mercato italiano dell’auto sta gradualmente cambiando pelle, ancora molto lontano nei numeri dai livelli pre-COVID. Complici la crisi dei chip e la guerra in Ucraina, stiamo assistendo ad un ulteriore invecchiamento del parco circolante, con emissioni in aumento. Soffrono le compatte, che nel 2022 hanno perso il 22%, mentre i segmenti lusso crescono. Il noleggio a lungo termine si conferma canale privilegiato nella gestione della transizione, consentendo a tutti, privati e flotte, di ridurre i rischi dell’incertezza con costi certi e predeterminati. Le auto elettriche arretrano, confermandosi la soluzione giusta per pochi, che risiedono principalmente nelle grandi città. Grazie a costi di produzione più competitivi, i costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali del “vecchio continente”. Dal 2015 ad oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina.
Il parco circolante cresce e invecchia…
Gli italiani sono disorientati (anche dai tempi di consegna molto posticipati), rimandano l’acquisto dell’auto e per lo più finiscono per tenersi la propria, come confermato dal drastico crollo delle rottamazioni (-30% nel 2022 vs 2021), con quasi mezzo milione in meno di vetture rottamate. La naturale conseguenza di questi fattori è una crescita continua del parco circolante, nonché della sua età media, che ormai ha raddoppiato i livelli di 20 anni fa, superando i 12 anni di età per vettura. E quando gli italiani devono proprio cambiare l’auto, preferiscono sempre di più noleggiarla anziché acquistarla.
…ma l’elettrico costa (e convince pochi)
La progressiva elettrificazione sta portando ad un graduale disimpegno dei Costruttori tradizionali dal segmento delle utilitarie. Il segmento A, storicamente molto rilevante in Italia, con quote pari ad un quinto del mercato, ha iniziato ad arretrare, fino a toccare quota 15%, a beneficio dei segmenti auto più grandi (e costosi). Crolla quindi, almeno per il momento, il falso mito delle piccole elettriche da città: ad oggi i veicoli elettrici ottengono la quota maggiore nei segmenti di vetture medio-grandi. Nelle immatricolazioni del primo trimestre del 2023, la quota BEV nelle vetture medie e grandi è pari a circa il 13% del totale mercato, contro il 2,6% nelle compatte. Le BEV si confermano, inoltre, più concentrate nelle grandi città. A vincere sono sempre i motori benzina e le auto ibride mild. In termini geografici, il panorama rimane molto frammentato: ad abbassare la media delle EV si conferma il Sud Italia, che non va oltre il 5-6% del totale mercato se si sommano BEV e PHEV. Il mercato europeo non se la passa molto meglio, avendo chiuso in negativo del 3,9%, ma con le BEV che salgono dal 10,8% al 14,7% di quota; a trainare sono Germania e Regno Unito, con Italia e Spagna fanalini di coda.
In un contesto di incertezza, la sostenibilità economica è la priorità
L’analisi conferma la centralità della sostenibilità economica come fattore determinante nelle abitudini di consumo degli italiani: auto e trasporto pubblico sono vincenti grazie alla loro convenienza e flessibilità per tutti i fini di mobilità. Sebbene il loro utilizzo sia previsto in ulteriore espansione anche nel 2023 (insieme alla bici), la sofferenza del mercato – che si traduce in un calo delle immatricolazioni – è confermata dalla minore propensione all’acquisto da parte degli italiani. Quasi il 60% della popolazione, infatti, non ha preso in considerazione, lo scorso anno, l’acquisto di un bene costoso come l’auto, principalmente per motivi legati all’incertezza economica. In questo contesto, dunque, incentivi e sconti aggiuntivi, se ben orchestrati, sono l’unico elemento che potrebbe far prendere in considerazione l’acquisto di una nuova auto.
Il vento dell’Est sul mercato italiano
In risposta alle esigenze di sostenibilità economica dei consumatori, il mercato italiano sta quindi diventando sempre più appannaggio di Costruttori dell’Est, sia asiatici che dell’Est Europa, in grado di produrre auto a costi più competitivi. Per conquistare il mercato del Vecchio Continente, questi operatori stanno sfruttando nuove catene di fornitura, ma anche soluzioni creative, riposizionandosi nel frattempo su un segmento più premium, in linea con la domanda del mercato europeo.
Dalla Cina si stanno affacciando nuovi attori nativi EV, non solo nella parte di mercato mainstream, ma anche nei segmenti top. Non a caso, alcuni brand asiatici hanno già scalato molte delle prime posizioni nelle vendite globali di vetture elettrificate, scavalcando anche Tesla.
La classifica dei principali produttori di vetture elettrificate è costellata di marchi cinesi, che hanno ormai tolto il podio ai player storici: BYD è il primo produttore di auto elettrificate al mondo (Tesla mantiene il gradino più alto nelle BEV). Il grosso delle vendite si registra in Cina, ma la quota in Europa è in progressivo aumento. Lo spostamento dell’assetto verso l’Oriente è particolarmente evidente anche sulle quote di produzione, dove l’Europa ha ceduto lo scettro di principale produttore alla Cina, che già oggi ha raggiunto il 4° posto nella classifica dei Paesi che hanno registrato il maggior numero di brevetti in Europa, con l’Italia solo undicesima.
I costruttori dell’Est (Europa e asiatici) conquisteranno nei prossimi anni crescenti fette di mercato (in Italia il 4% al 2030), a scapito dei brand tradizionali del Vecchio Continente. Dal 2015 ad oggi l’Europa ha perso la produzione sul proprio territorio di 5 milioni e 300mila vetture, oggi prodotte per lo più in Cina.
“Uno dei trend inarrestabili del mercato auto italiano che emerge con chiarezza dallo studio è senza dubbio la crescita del noleggio come canale di acquisizione dell’auto”, ha commentato il Vice Presidente ANIASA – Italo Folonari a margine della presentazione, “Chi cambia l’auto, piuttosto che comprarla preferisce noleggiarla. La quota di vendite a privati è ormai in calo da alcuni anni e il noleggio riempie il vuoto grazie ai costi certi e alla possibilità di spalmare su più anni il costo del ‘rischio tecnologico’. Il trend è destinato a proseguire anche nel 2023, come mostrano i dati dei primi quattro mesi dell’anno”.
“In un contesto di incertezza come quello attuale, la centralità – per gli italiani – dell’aspetto economico legato alla mobilità emerge con forza: pur preferendo i marchi europei, un italiano su cinque sta già considerando marchi cinesi e asiatici perché più convenienti, anche se di minore qualità. Il futuro è già qui: l’assetto del mondo automotive si sta spostando velocemente verso Oriente. In questo contesto è quindi necessario e urgente che l’Italia acceleri gli investimenti sulla filiera auto, riaffermando il proprio ruolo industriale nel comparto: la chiave è puntare sulle eccellenze del Made in Italy (i “Campioni nazionali” del settore) attraverso il progressivo superamento delle vecchie tecnologie, storico fiore all’occhiello del Paese, per sviluppare nuovi centri di eccellenza e competenza nel mondo dell’elettrificazione.”, conclude Gianluca Di Loreto, Partner Bain & Company.
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