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Aftermarket alla prova. La parola a Claudio Santin, Direttore Commerciale del Consorzio PDA

In che misura l’aumento dei costi energetici e il caro carburante stanno impattando sui vostri costi aziendali?

“Gli aumenti di energia elettrica, gas e carburante registrati nei mesi scorsi hanno fatto crescere sensibilmente i costi, soprattutto per quanto riguarda quelli di trasporto. Fortunatamente alcuni dei nostri soci hanno avuto negli anni la lungimiranza di dotarsi di pannelli solari, riuscendo così a mitigare l’impatto degli aumenti sui costi aziendali. Le nostre aziende non sono particolarmente “energivore” e anche i loro concorrenti si trovano ad affrontare le stesse sfide. Purtroppo le misure attuate dal Governo al momento non ci sembrano sufficienti, il pagamento a rate delle bollette sposta solo il problema, ma i costi restano alti. Inoltre, l’incognita è capire fino a quando i costi continueranno a lievitare e in quale misura. Il rischio maggiore è che i consumatori siano costretti ancora una volta a limitare gli spostamenti in auto, o comunque a rimandare gli interventi manutentivi meno urgenti, causando una contrazione della domanda di ricambi”.

State riscontrando carenze nella catena di fornitura dei ricambi e, se sì, quali sono le gamme più coinvolte?

“Al momento non riteniamo che il livello di servizio sia particolarmente influenzato dal conflitto ucraino, pensiamo che gli effetti della guerra sul mercato arriveranno tra qualche mese. Piuttosto, molti fornitori non sono ancora riusciti a recuperare i ritardi accumulati lo scorso anno a causa della pandemia e dei conseguenti problemi con i trasporti dalla Cina. In particolare, si registrano problemi con le consegne di frizioni e dischi freno. Ci sono poi casi spot in cui la logistica dei componentisti non è stata in grado di prevedere l’aumento della richiesta ed organizzarsi di conseguenza.  Al contrario, a causa della chiusura del mercato russo, alcuni produttori sono riusciti a migliorare le performance dirottando le consegne verso gli altri Paesi europei”.

Alcuni componentisti hanno dovuto necessariamente ritoccare al rialzo i propri listini: come hanno reagito i vostri clienti?

“Tutti i fornitori, a partire dallo scorso autunno, hanno praticato uno o più aumenti di listino. Tutto ciò ha portato sì ad un rincaro dei prezzi, ma in realtà la situazione generale non è cambiata: il mercato resta appiattito. In questo momento particolare non sono tanto i marchi o i prezzi a fare la differenza, bensì la disponibilità di materiale. Siamo tutti coscienti che quando un’auto è sul ponte i tempi di consegna sono la priorità, e una volta appurata la qualità dei prodotti i prezzi passano in secondo piano. I nostri associati hanno ben compreso la situazione e hanno saputo adattarsi, trovando le migliori soluzioni per soddisfare le esigenze dei propri clienti: in generale, hanno aumentato gli stock per potere continuare a fornire puntualmente la clientela e hanno diversificato i fornitori così da avere sempre disponibile tutta la gamma dei vari ricambi”.

 

Claudio Santin, Direttore Commerciale del Consorzio PDA