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Mercato componentistica Europa: orizzonti sfuocati

Il clima di profonda incertezza percepito in Europa dal settore della componentistica automotive è confermato dall’indagine di Clepa e McKinsey: più della metà dei fornitori (il 60%) prevede una diminuzione dei ricavi nei prossimi 12 mesi

Che l’industria europea della componentistica automotive stia vivendo un momento particolarmente difficile è un dato ormai conclamato: ad alimentare concretamente questa condizione contribuiscono la riduzione della domanda delle auto nel Vecchio Continente e la diminuzione della competitività dell’UE alle prese con la concorrenza asiatica, sempre più agguerrita. A queste preoccupazioni si aggiunge il grande flop dei veicoli elettrici, che non riescono a penetrare nei mercati europei al ritmo ipotizzato e sollecitato dagli obiettivi imposti dal Green Deal. Una conferma del clima di profonda incertezza percepito dai fornitori europei di componentistica automotive arriva dall’indagine biennale realizzata dall’associazione Clepa insieme con la società di analisi internazionale McKinsey con il contributo di 120 aziende del settore. Secondo la ricerca, pubblicata lo scorso novembre, a prevedere una diminuzione dei ricavi nei prossimi 12 mesi è più della metà dei fornitori (il 60%).

Questo sentimento negativo sull’andamento del comparto porta il 64% dei fornitori a segnalare un significativo peggioramento delle aspettative economiche per l’anno appena terminato. Il 68% dei fornitori, infatti, prevede che i profitti rimarranno bassi e circa il 38% considera di chiudere il 2024 in pareggio o addirittura in perdita.

Non solo: il 65% prevede che, nel 2030, il tasso di penetrazione dei veicoli elettrici a batteria rimarrà al di sotto del 50%.

 

Componentistica: incertezza e pressioni sulla redditività

La grande incertezza percepita dai player del settore frena gli investimenti in nuovi progetti e mette a rischio la redditività aziendale. Il sentiment negativo è alimentato da più fattori non facilmente gestibili: dalla domanda di veicoli elettrici EV che non decolla alle pressioni dei costruttori per ridurre i costi alle preoccupazioni per la competitività dell’Unione Europea…

Queste dinamiche imponderabili generano proiezioni sulla redditività piuttosto desolanti.

Sempre secondo l’indagine di Clepa e McKinsey, infatti, il 38% dei fornitori prevede di operare a livelli di redditività marginali o negativi rispetto al 25% dell’inizio dell’anno. Solo il 31% prevede una redditività superiore al 5%, segnando una flessione rispetto alle previsioni precedenti. E le prospettive per l’anno fiscale 2025 non mostrano grandi miglioramenti.

Le priorità chiave per la ripresa

I fornitori intervistati nella survey hanno individuato le principali aree di investimento per rafforzare la forza competitiva dell’Europa negli investimenti per la produzione di energia elettrica e nelle infrastrutture di ricarica, nonché nella creazione di un ecosistema europeo di batterie e semiconduttori. Circa tre quarti dei fornitori hanno indicato queste come le tre principali priorità. Un terzo ha aggiunto lo sviluppo di un ecosistema di software open source e l’accesso ai finanziamenti.

Le principali sfide strategiche per la componentistica automotive

L’80% degli intervistati cita la riduzione della domanda come il problema più urgente. Il 77% segnala notevoli difficoltà nel trasferire gli aumenti dei costi agli OEM. I fornitori infatti, in quanto intermediari della catena di fornitura, sono i primi ad assorbire le pressioni sui costi. Mentre alcuni contratti prevedono clausole di indicizzazione per adeguare regolarmente i prezzi in base ai costi, molti rapporti contrattuali con i costruttori richiedono invece trattative per l’adeguamento dei prezzi. Il 58% dei fornitori cita inoltre tra le principali preoccupazioni la crescente instabilità geopolitica. Il 29% ritiene che i fallimenti dei fornitori Tier2 più piccoli e i fornitori che escono dal settore automobilistico abbiano un forte impatto sulle loro attività, con un netto aumento rispetto al 2023 quando solo il 16% li considerava una sfida importante.

Competere su uno scenario globale

La competitività dell’Europa è una preoccupazione crescente: il 70% dei fornitori la considera una sfida importante rispetto al 43% registrato nel 2023. Inoltre il 55% dei fornitori teme che altre regioni, in particolare il Nord America e l’Asia, superino l’Europa nell’implementazione delle tecnologie. Mentre il 38% continua a dare priorità all’Europa per gli investimenti futuri, l’interesse per il Nord America (25%) e l’Asia (22%) è in aumento, poiché le aziende cercano regioni alternative, con prospettive di crescita più forti.

Transizione dei veicoli elettrici

Meno del 50% dei fornitori automotive prevede una crescita delle vendite di veicoli elettrici a batteria (BEV) nei prossimi 12 mesi. Le prospettive di crescita sono particolarmente incerte per i veicoli della fascia di prezzo media. Il 65% prevede che i BEV rappresenteranno meno del 50% delle vendite di auto entro il 2030. Un sorprendente 81% dei fornitori attribuisce ai prezzi un’elevata rilevanza per spiegare il calo della domanda di BEV. Le preoccupazioni relative ai prezzi dell’elettricità sono diminuite notevolmente, con il 29% del campione che le identifica come una ragione per la stagnazione della crescita dei veicoli elettrici rispetto al 51% del 2023. L’infrastruttura di ricarica, ancora carente, resta una delle principali preoccupazioni per il 57% degli intervistati, anche se in calo rispetto al 77% registrato nel 2023.

Il commento di Clepa

Secondo Benjamin Krieger, Segretario Generale di Clepa, “i risultati dell’indagine dipingono un quadro crudo delle immense sfide che il nostro settore sta affrontando. I costruttori europei di autoveicoli hanno la forza innovativa necessaria per guidare la trasformazione della mobilità, ma la pressione dei costi li costringe a ridurre i posti di lavoro e a chiudere di stabilimenti. Per proteggere l’occupazione, stimolare la competitività e accelerare la transizione verde e digitale abbiamo urgentemente bisogno di una ricalibrazione dei quadri normativi”.