Marzo col botto per il mercato automobilistico italiano. Le immatricolazioni di autovetture sono state 168.294 con una crescita del 40,8%. Questo clamoroso risultato è dovuto a due fattori. Il primo è che il confronto si fa con un mese di marzo 2022 particolarmente depresso e cioè con un calo di ben il 29,7% su marzo 2021. Il secondo fattore è però costituito dal fatto che sta migliorando in maniera significativa la capacità delle case automobilistiche di fornire le auto richieste, capacità che era stata messa in crisi dalla carenza di microchip e altri componenti. La situazione delle carenze sta ora migliorando e l’effetto sulle immatricolazioni è immediato. Il consuntivo dei primi tre mesi chiude così con 427.019 immatricolazioni con un incremento del 26,2% sullo stesso periodo del 2022, ma con un calo ancora molto significativo (-20,6%) rispetto alla situazione ante-pandemia.
Proiettando il risultato dei primi tre mesi di quest’anno sull’intero 2023, tenendo conto della stagionalità delle vendite, si ottiene un volume di immatricolazioni di 1.377.481. E’ evidente che se il miglioramento nella capacità delle case di far fronte alla domanda continuerà (e al momento non vi sono ragioni perché si interrompa) il risultato del 2023 potrà andare anche decisamente oltre. Si può però già escludere che nell’anno in corso ci sia il ritorno alla normalità, cioè a volumi di immatricolazioni dell’ordine dei due milioni di unità all’anno che sono il livello minimo necessario per garantire la regolare sostituzione delle auto più vecchie e contenere così anche l’impatto molto negativo che l’anzianità del nostro parco ha sulla sicurezza della circolazione e sull’inquinamento.
Un incremento del 40,8% – ha dichiarato Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – fa certamente piacere, ma non si può dimenticare che per il mercato automobilistico italiano rimangono grandi problemi da risolvere. In primis quelli legati alla transizione energetica. La quota delle auto elettriche, infatti, in marzo è stata decisamente modesta, mentre negli altri principali paesi europei è ormai normale una quota a due cifre. E questo nonostante che siano disponibili dal 10 gennaio 190 milioni per incentivi all’acquisto di auto elettriche, che, alla data di oggi, sono stati utilizzati solo per il 10,3%. Le ragioni di questo flop sono ben note e sono i lacci e i lacciuoli previsti per usufruire degli incentivi. Se non si vuole che, come è successo negli anni passati, anche lo stanziamento del 2023 resti ampiamente inutilizzato basta tagliare i lacci e i lacciuoli di cui si diceva.
L’inadeguato sostegno alla transizione energetica è solo uno dei problemi dell’auto. Nonostante il dato di marzo, molte restano le questioni da risolvere. E tra queste anche quella dei prezzi delle autovetture e di quelle elettriche in particolare. Nonostante gli aumenti dei listini e le forti riduzioni degli sconti abitualmente concessi ai clienti, il 44% dei concessionari prevede infatti ulteriori rincari, come emerge dall’inchiesta congiunturale sul mercato dell’automobile del Centro Studi Promotor condotta a fine marzo.
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