Avviato il confronto tra produttori e distributori. È il primo di una serie di appuntamenti che toccheranno diverse regioni italiane. Ecco la sintesi dell'incontro
Si è svolto lo scorso 31 ottobre a Moncalieri il Meeting “Fabbricazione e distribuzione ricambi autocarro”, organizzato da ANFIA-Aftermarket in collaborazione con Autopromotec (Biennale internazionale delle Attrezzature e dell’Aftermarket automobilistico).
L’incontro si è focalizzato sui temi e sulle problematiche più attuali inerenti la fabbricazione, la distribuzione e, in generale, il mercato dei ricambi per autocarro, nel quadro dell’evoluzione del settore in Italia. Ai saluti d’apertura degli organizzatori, hanno fatto seguito gli interventi di Enzo Gioachin – Past Vice President Sales Marketing Iveco Group, dedicato ai ricambi originali, e di Marisa Saglietto – Responsabile Area Studi e Statistiche ANFIA, che ha presentato un’analisi del trasporto merci su gomma, partendo da uno scenario internazionale, con un’attenzione particolare all’Europa, per poi restringere il campo a livello nazionale, descrivendo l’evoluzione del mercato e del parco circolante autocarri in Italia.
Successivamente, si è tenuta una tavola rotonda con la partecipazione delle associate ANFIA impegnate nell’Area Mercato Autocarro della sezione ANFIA- Aftermarket, coordinata da Riccardo Buttafarro. L’evento si è concluso con un dibattito, che ha fatto emergere dalla platea dei partecipanti spunti e riflessioni utili a sviluppare attività di interesse per tutta la filiera del ricambio per autocarro.
Si tratta del primo di una serie di appuntamenti destinati a stimolare il confronto tra produttori e distributori in questo specifico comparto, più complesso, per certi versi, di quello del ricambio auto, ma di grande interesse per un elevato numero di operatori.
Tra i dati presentati da ANFIA in occasione dell’incontro, si segnala che in Italia il trasporto merci su strada pesa per il 55% del totale trasportato (inclusa la navigazione marittima di cabotaggio) e sale all’80%, se si esclude il mare. Il calo dei volumi delle merci trasportate negli anni dell’ancora attuale crisi economica è stato maggiore nel nostro Paese rispetto alle media UE, determinando una contrazione più accentuata delle vendite di nuovi autocarri. Se la media delle vendite di autocarri medi-pesanti negli anni 2000-2008 ammontava a 36.700 unità all’anno, negli anni 2009-2013 è scesa a 16.600.
A fine 2013, il parco circolante in Italia destinato al trasporto merci rappresenta il 10% del totale parco (49 milioni di veicoli), con oltre 4 milioni di autocarri, circa 350.000 rimorchi e semirimorchi e quasi 150.000 trattori stradali/motrici.
Vari fattori concorrono a determinare una progressiva contrazione del parco circolante e un innalzamento dell’età media dei veicoli circolanti in Italia. Gli autocarri merci con più di 10 anni di età sono il 57% del parco e i trattori stradali il 41%, mentre i veicoli trainati sono il 67%. Nel 2011 l’età mediana degli autocarri merci di stazza superiore alle 3,5 tonnellate è arrivata a 19 anni e 7 mesi. Per gli autocarri merci fino a 3,5 tonnellate è passata da 7 anni e 5 mesi del 2007 a 9 anni e 4 mesi nel 2011 8 (dati ACI).
Molte aziende di trasporto, a seguito delle difficoltà economiche e finanziarie, hanno rimandato la sostituzione dei veicoli più vecchi, inquinanti e meno sicuri, che continuano perciò a circolare sulle strade, con un pericoloso abbassamento dei livelli di sicurezza attiva e passiva.
Si ricorda, infine, che negli ultimi anni l’Unione Europea ha promosso linee d’azione a favore di un sistema di trasporto merci e passeggeri efficiente e sostenibile. Le più recenti indicazioni in questa direzione sono quelle del Piano di Azione per la Mobilità Urbana (2009) e del Libro Bianco dei Trasporti (2011), che indicano come obiettivi il miglioramento dell’efficienza energetica dei veicoli (mediante l’uso di carburanti e sistemi di alimentazione sostenibili) e l’ottimizzazione delle prestazioni multimodali (incremento dell’uso di modi di trasporto più efficienti sotto il profilo energetico, investimenti infrastrutturali e maggiore ricorso al trasporto intermodale o combinato)
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