Parts dedica uno spazio alle iniziative della sezione Aftermarket di Anfia a supporto dell'intero mercato, partendo dalla formazione e dal nuovo Master dell'Aftermarket
La Sezione Aftermarket di ANFIA (Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica), che a dicembre 2015 ha raggiunto le 48 aziende associate, di cui ben 10 importanti aziende nuovi ingressi nell’ultimo anno, si sta impegnando assiduamente per dare risposte concrete alle esigenze degli associati, coinvolgendoli nelle attività dei gruppi di lavoro e decidendo insieme i passi da compiere. Per entrare nel dettaglio degli obiettivi e delle iniziative messe in atto abbiamo incontrato Paolo Vasone, che da marzo 2014 è Coordinatore di Anfia-Aftermarket, nell’ambito della quale è anche Responsabile dell’Area Formazione. Anfia-Aftermarket si muove, infatti, su cinque aree operative, che rappresentano i punti nevralgici del nostro mercato: l’area ‘Prodotto’, coordinata da Fabio Pellegrini (Sogefi), impegnata nella lotta alla contraffazione e nella definizione della qualità del prodotto; l’area ‘Mercato autovetture’, di cui è responsabile Carlo Covini (Skf); l’area ‘Rapporti con le reti indipendenti di distribuzione aftermarket’, affidata a Massimo Pellegrino (TRW); l’area ‘Mercato autocarro’, coordinata da Riccardo Buttafarro (CSL); l’area ‘Temi formativi’, affidata a Paolo Vasone (Denso). A queste aree si stanno per aggiungere l’area ‘Web’ e l’area ‘Cross references’.
“L’obiettivo del Gruppo Aftermarket è quello di essere una ‘casa comune’ per tutte le aziende di componentistica che si riconoscono nella nostra associazione – spiega Vasone – Le aree di lavoro e le iniziative promosse nascono dalle esigenze degli associati, con l’obiettivo di dare qualcosa che serva veramente. Tutti i coordinatori e i colleghi che partecipano ai gruppi lavorano su base volontaria, sottraendo tempo prezioso al lavoro presso le loro aziende per dedicarlo alle attività di Anfia: questo perché crediamo profondamente in quello che facciamo”.
Il Gruppo Aftermarket si riunisce ogni 4 mesi, ospitato a rotazione nella sede di una delle aziende associate. Nella mattinata ha luogo la riunione plenaria in cui i responsabili delle varie aree illustrano gli avanzamenti, gli obiettivi e i nuovi progetti, mentre nel pomeriggio il gruppo visita l’azienda ospitante, con l’obiettivo di fare conoscere a tutti le eccellenze che operano nel nostro Paese. “L’aftermarket è un patrimonio inestimabile, che spesso però rimane poco conosciuto al di fuori del settore – afferma Vasone – È un patrimonio fatto di innovazione e professionalità incredibili, che dobbiamo impegnarci a tutelare, anche perché porta beneficio e lavoro a centinaia di migliaia di persone, dalle aziende di componenti fino agli installatori”.
Master dell’Aftermarket
La formazione è un aspetto ormai imprescindibile per gli operatori del settore, a tutti i livelli, e il Master dell’Aftermarket – organizzato a novembre da Anfia in collaborazione con Parts-DBInformation – è stato la cartina tornasole del bisogno di competenze e nuovi approcci al mercato da parte degli operatori del settore. Al Master hanno partecipato 21 quadri intermedi di aziende della componentistica e della distribuzione, i quali hanno seguito un percorso formativo articolato in 4 giornate, volto ad approfondire le nuove sfide competitive delle aziende aftermarket, prima fra tutte la perfetta integrazione tra logistica, marketing e offerta commerciale: tre funzioni imprescindibili per il successo di un’azienda, che dovranno sempre più integrarsi e lavorare insieme per rispondere alle esigenze di un cliente sempre più esigente. “Logistica, marketing e vendite sono la struttura portante di un’azienda, ma spesso tali funzioni restano separate, se non addirittura antagoniste, ognuna con i propri obiettivi e senza comunicare adeguatamente tra loro – sottolinea Vasone – È invece fondamentale farle dialogare il più possibile, in un’ottica di ‘cliente interno’ in cui ognuna si mette al servizio dell’altra per il raggiungimento di un obiettivo comune. Il Master ha voluto coinvolgere i quadri intermedi, che sono il motore delle aziende e che sempre più hanno la necessità di dialogare tra loro: conoscere meglio il lavoro e le esigenze dei colleghi delle varie funzioni è infatti un fattore chiave per affrontare le problematiche che si presentano, accorciando le distanze e i tempi per arrivare alle soluzioni più valide. Di fondamentale importanza è inoltre il confronto tra colleghi di aziende diverse: spesso si crede che determinati problemi riguardino solo la propria azienda, ma in molti casi sono ‘trasversali’ e, seppure con sfumature diverse, si può arrivare a soluzioni condivise tra colleghi di aziende diverse che ricoprono la stessa funzione”.
Investire in formazione
La formazione, al pari degli investimenti in ricerca e sviluppo, dovrebbe diventare un parametro fondamentale per valutare il valore di un’azienda. Ne è convinto Vasone, il quale afferma che “il patrimonio intellettuale e di innovazione di un’azienda si misura attraverso la qualità della formazione erogata ai propri dipendenti, moltiplicata per la consapevolezza degli stessi e del management di quanto essa è necessaria”. Per un’azienda investire in formazione significa infatti investire nei propri uomini, nel loro aggiornamento e nelle loro competenze, innalzando pertanto il patrimonio aziendale. Per chi segue i corsi di formazione l’investimento riguarda anche la sfera personale, visto che migliorarsi e acquisire nuove competenze significa, a tutti i livelli lavorativi, innalzare la propria professionalità e, conseguentemente, il proprio valore sul mercato del lavoro.
“Talvolta la formazione è vista come un costo e non come un investimento – spiega Vasone – Sono invece convinto che la formazione sia assolutamente strategica per un’azienda, in quanto permette ai propri collaboratori di essere sempre aggiornati e raggiungere l’eccellenza nei loro compiti, sia che si tratti di addetti alla produzione che di top management, arricchendo in tal modo il patrimonio aziendale. Le persone che hanno seguito il Master dell’Aftermarket porteranno con sé non soltanto un’esperienza altamente professionalizzante, ma anche e soprattutto valore aggiunto alle aziende per cui lavorano”.
Parlando di formazione è tuttavia importante, come sottolinea Vasone, “non fare di tutta l’erba un fascio”. Trattandosi a tutti gli effetti di un investimento, è infatti fondamentale che la formazione erogata sia autorevole e certificata. “Anfia e DBInformation sono veri esperti del mondo aftermarket e hanno l’autorevolezza necessaria per erogare una formazione di estrema qualità – afferma Vasone – Vogliamo che il Master dell’Aftermarket, di cui si è appena conclusa la prima edizione, diventi un punto di riferimento all’interno del nostro settore, un appuntamento fisso sia per i componentisi che per il mondo della distribuzione, con temi di volta in volta diversi che partono anche dai suggerimenti dei diretti interessati. Dai partecipanti ci sono arrivati feedback particolarmente positivi, e siamo quindi decisi a replicare l’esperienza”.
Primo giorno: “Come gestire un magazzino efficiente”
Il corso, tenuto da Carlo Bonato, si è posto l’obiettivo di massimizzare la resa del magazzino in ottica di logistica aziendale integrata, risparmiando sui costi di gestione, offrendo soluzioni atte a risolvere le principali difficoltà che si riscontrano nella gestione operativa di magazzini complessi. Il tutto analizzando reali casi aziendali per prendere in considerazione diverse strategie gestionali.
Secondo giorno: “Dal marketing 1.0 al marketing 4.0”
Il corso, tenuto da Francesca Sirimarco e Marcella Saracco, ha posto l’attenzione sul ruolo della comunicazione aziendale, sempre più fondamentale per distinguersi ed essere competitivi sul mercato. I tempi sono cambiati e la comunicazione si è evoluta. Oggi che il web e le nuove tecnologie consentono a tutti la possibilità di comunicare, il cliente è sempre più protagonista: vuole partecipare alla vita del brand e dei prodotti e vuole relazionarsi con l’azienda. In questo scenario, le aziende non hanno più scuse e hanno bisogno di adeguare i loro processi di comunicazione utilizzando in modo appropriato ed etico gli strumenti offerti dal mondo digitale, integrandoli con le attività di marketing e comunicazione tradizionale.
Terzo giorno: “I fattori di competitività di una moderna rete di vendita”
Aumentare la competitività e le vendite oggi sembra essere la prima esigenza di ogni azienda, anche in ambito aftermarket. Ma quali sono gli strumenti e le linee guida da impartire alla propria rete? Questi i temi portanti del corso tenuto da Andrea Moretti. Essere competitivi sotto il profilo commerciale significa diffondere e implementare procedure che non si limitano alla semplice compilazione dell’ordine, ma si basano sulla gestione di tutte le fasi del processo, fino alla corretta e puntuale consegna, raccogliendo esigenze non dette e informazioni utili per soddisfare i bisogni futuri.
Quarto giorno: “Team building, il laboratorio artistico”
Il Master si è concluso con un’esperienza di team building nella suggestiva cornice del Castello di Oviglio. I partecipanti hanno lavorato in gruppo per creare ‘un’opera d’arte’. La formula del laboratorio artistico ha permesso di lavorare sul clima del gruppo, aggiungendo un’esperienza significativa in termini di contenuto, di vissuto individuale e di supporto per la vita professionale. Attraverso l’arte si attivano canali relazionali ed emotivi che normalmente non utilizziamo nella vita quotidiana. Il laboratorio artistico permette di realizzare veri e propri lavori di gruppo e non giochi di gruppo (come succede con altre metodologie); lo sviluppo di forme artistiche è, di per sé, una metafora contenente molti elementi che possiamo ritrovare quando si affronta un progetto o un lavoro nella vita professionale. Durante la giornata si sono alternati momenti di esercizi individuali, a coppie o a sottogruppi, intervallati da brevi de-briefing, in plenaria, di rilettura dell’esperienza e trasferibilità della metafora al contesto organizzativo. Il concetto di fondo è stato quello di portare il proprio lavoro individuale verso il lavoro dell’altro senza perdere la propria individualità e senza imporla, arrivando a un lavoro comune, nato dell’interazione dei due (o più) elementi iniziali.
Condividi l'articolo
Scegli su quale Social Network vuoi condividere