Sono molte le auto chiamate con i nomi delle "muse" che le hanno ispirate, ma in certi casi sono state le stesse muse a suggerirli. Ecco alcuni dei casi che hanno fatto storia
Donne e automobili, un binomio inscindibile, non sono perché molte auto hanno nomi di donna ma perchè sono state donne, in molti casi, a suggerirli. Un interessante articolo di Repubblica risale alle origini dei nomi di alcune famose auto, scoprendo che molti modelli hanno il nome delle “muse” a cui si sono ispirati i progettisti. Si scopre così che ll’inizio del Novecento Emil Jellinek, console austro-ungarico a Nizza e pilota di auto da corsa, impose a Paul Daimler di chiamare le sue automobili con il nome della sua terzogenita, Mercedes. Emblematico anche il caso della Giulietta della Alfa Romeno Nel 1954, la signora De Cousandier, moglie del poeta Leonardo Sinisgalli, all’epoca consulente per l’immagine della Finmeccanica, in occasione di una cena con un gruppo di ingegneri della Alfa Romeo, avrebbe detto loro: «Siete otto romei e non avete nemmeno una Giulietta».il nuovo modello fu così chiamato Giulietta e quello successivo Giulia. Lancia si è ispirata a nomi di donna peri modelli Ardea, Flavia e Fulvia.
Nel 199 l’imprenditore Romano Artioli, che all’epoca controllava la Lotus Cars, diede invece il nome della nipote Elisa nata nei giorni del lancio della nuova spider della Casa inglese: la Elise. Alla dea della storia si rifà invece il nome di Renault Clio. I nomi di donna sono frequenti anche in casa Skoda, dove troviamo Felicia, Fabia e Octavia, La Mini sarebbe stata invece chiamata così per l’esclamazione della ragazza di un ingegnere progettista che vedendo per la prima volta il prototipo ha detto: “It’s so mini!(è così minuscola). Si dice invece che sotto l’ermetica sigla LN la Citroen celò invece nel 1976 il nome di una donna, visto che, lette tutte d’un fiato alla francese, le due lettere suonano Helène (Elena).
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