News Aftermarket

La storia del turbocompressore

Questo piccolo componente meccanico dalle doti magiche è figlio di molti anni di ricerca e anche uno degli elementi che hanno portato gli USA a dominare i cieli della Seconda Guerra Mondiale prima di spopolare nel settore automotive

Forse non tutti sanno che il turbocompressore, piccolo componente che ha permesso l’innalzamento della potenza specifica dei motori di oggi, venne inventato più di un secolo fa – nel 1905 per l’esattezza – da un ingegnere svizzero di nome Alfred Buchi. L’idea geniale venne in mente al tecnico proprio mentre stava studiando le turbine a vapore. La possibilità di utilizzare un’energia ormai persa, come quella contenuta nei gas di scarico in uscita dal motore, era allettante e ciò trovò quasi immediata applicazione sui motori aeronautici.

 TURBOCOMPRESSORE: I PRIMI ANNI DI RICERCA E APPLICAZIONE

Nel 1915 per la prima volta venne applicata a un motore diesel una turbina, ma l’invenzione non ebbe grande successo e venne accantonata. Cinque anni più tardi, nel 1920, il brevetto della turbina finì in mano all’americana
General Electric, la quale costruì una turbina a recupero di gas di scarico ad hoc per il motore Liberty L12, un possente 12 cilindri a V 27.000 cc di cilindrata che equipaggiava molti aeroplani dell’epoca. Sempre intorno al 1920 si videro le prime applicazioni sui motori diesel delle navi e delle motrici dei treni.

Cominciarono a nascere industrie produttrici di turbine. Di queste una delle più famose è la Garrett, fondata nel 1936 da J.C. Cliff Garrett, che divenne famosa dapprima per avere applicato l’intercooler al motore del bombardiere B-17, disponendolo tra ogni turbocompressore General Electric e il corrispettivo motore Wright per un’erogazione di 1.200 cavalli ciascun motore.

GLI ESORDI NELL’AUTOMOTIVE DEL TURBOCOMPRESSORE

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, negli ultimi anni 40 e inizio degli anni 50 alla Garrett venne commissionata la
produzione di piccole turbine per motori da 20 a 90 cavalli, mentre la tecnologia aveva fatto intanto grandi passi
avanti circa la qualità dei materiali e lo studio della fluidodinamica. Sempre in questo periodo, il turbocompressore iniziò a diffondersi anche sui mezzi terrestri, dapprima sui motori diesel dei camion europei.

Negli Stati Uniti circa 12 anni dopo, nel 1962, fu presentata la prima vettura di serie dotata di turbocompressore.

Il motore era però a benzina e la vettura era una Oldsmobile, per la precisione una F-85 Jetfire V-8. Un’altra vettura americana equipaggiata con un turbocompressore fu la Chevrolet Corvair Monza Spyder, che si dimostrò più resistente della concorrente di Casa Oldsmobile.

IL TURBOCOMPRESSORE IN EUROPA

Il turbocompressore cominciò ad affermarsi anche fra le auto in Europa, dove alcuni primari costruttori divennero famosi proprio per le loro auto turbo. Pensiamo, per esempio, alla Porsche 911 Turbo del 1974 o alla BMW 2002 del 1973 o ancora alla lunga tradizione di Saab con questo genere di applicazione motoristica, per arrivare alla Fiat con la Uno Turbo degli anni 80, vero periodo boom del turbo.

Terminato il periodo in cui il turbocompressore si trasformò in una vera e propria “moda” – tutte le case costruttrici hanno esasperato le prestazioni delle loro sportive con l’uso di un turbocompressore – nel decennio 1990-2000 il turbo rimase appannaggio soprattutto dei motori diesel. Oggi, in un contesto che vive in un’ottica di “downsizing” per limitare le emissioni di CO2, il turbo è tornato in auge per sopperire alle mancanze di coppia motrice derivanti da una generica cubatura inferiore dei propulsori.

di Federico Lanfranchi