I dati di mercato delle immatricolazioni di marzo evidenziano la drammatica situazione generata dalla diffusione della pandemia del Covid-19: la chiusura degli impianti di distribuzione e il blocco di quasi tutte le attività lavorative ha portato a un crollo delle vendite, alla posticipazione delle consegne e all’interruzione del flusso dei nuovi ordini. Dopo un primo bimestre già in contrazione per le Passenger Cars (-5,98% a gennaio e -8,78% a febbraio), a marzo le immatricolazioni sono precipitate a -85,37%, scendendo da 194.962 del 2019 a sole 28.521. Ovviamente nello scorso mese tutti i canali sono crollati quasi in egual misura: i privati a -82,39%, gli acquisti aziendali diretti sono scesi del 78,03%, il noleggio a lungo termine ha fatto segnare -79,9%, il breve termine non ha targato praticamente nulla (-97,23%), così come le auto-immatricolazioni dei dealer e dei costruttori/importatori sono rimaste al palo (-95,1%).
Nel cumulato del trimestre, con il mercato Passenger Cars sceso del 35,48% (347.922 targhe rispetto alle 539.280 del 2019), il comparto del lungo termine ha fatto registrare un calo del 22,88% con 56.462 nuove targhe rispetto alle 73.217 del primo trimestre 2019 (un decremento di 16.755 unità). Sempre nel cumulato, il noleggio a breve termine è sceso invece del 30,84%, passando da 62.275 a 43.069 immatricolazioni (il saldo è negativo di 19.206 unità).
Sul versante dei veicoli commerciali leggeri, con il crollo di marzo (-75,98%, con sole 4.228 nuove targhe rispetto alle 16.249 del marzo precedente), il saldo trimestrale è negativo di 30,78 punti percentuali. Sono stati immatricolati complessivamente 30.314 LCV contro i 43.791 del primo trimestre 2019. Il canale del noleggio a lungo termine ha fatto segnare un calo del 32,05% con 7.474 targhe (3.526 in meno), mentre quello del noleggio a breve termine si è posizionato a -29,38% con 1.380 immatricolazioni anziché 1.954.
Il volume di immatricolazioni vetture a metà aprile del noleggio lungo e breve, secondo l’anticipazione di Dataforce dovrebbe essere di NLT 100 vetture contro le 9.000 dell’anno scorso; NBT 9 targhe contro le 11.500 dell’anno scorso.
Tutta la filiera dell’automotive sta cercando di reagire alla peggiore crisi della storia del mercato automobilistico: indipendentemente dai tempi di allentamento del lockdown, se da un lato la politica continua a “rimbalzare resti” a governo e opposizione senza nemmeno la visione di un piano strutturato, dall’altro le associazioni di categoria stanno tutte avanzando praticamente le stesse proposte, il che è un bene perché molte voci intonate e all’unisono magari troveranno spazio in azioni che solo la politica potrà attuare.
Questa la dichiarazione che Andrea Cardinali, il Direttore Generale di Unrae, ha rilasciato a Dataforce, spiegando il punto di vista dell’Associazione sulle difficoltà del comparto automotive e soffermandosi sulle opportunità di rilancio del mercato: “Il tracollo senza precedenti di marzo, peraltro foriero di un aprile ancora peggiore, ha portato il primo trimestre a una chiusura disastrosa in tutti i comparti del mercato autoveicoli, senza ovviamente risparmiare il noleggio, con un consuntivo che per il breve termine è ancora peggiore che per il lungo termine. Le misure trasversali adottate dal Governo Italiano per salvaguardare la liquidità delle imprese e garantirne la sopravvivenza in questa crisi epocale, erano assolutamente essenziali e sono ovviamente benvenute, così come è essenziale che esse siano rese immediatamente operative e facilmente utilizzabili. Ma per evitare il collasso l’automotive ha bisogno di misure verticali, specifiche per il settore: gli impianti in Europa e nel Mondo stanno gradualmente riprendendo le attività produttive, e quando finalmente in Italia sarà possibile riavviare distribuzione e commercializzazione, in piena sicurezza per addetti e clienti, a mancare saranno proprio i clienti.
Da questo blocco totale, infatti, la domanda di autoveicoli uscirà prostrata, per la gravissima recessione economica che colpirà imprese e famiglie, e serve quindi un sistema integrato di provvedimenti urgenti per rimettere in moto il mercato: occorrono risorse ingenti, che però ritornerebbero all’Erario velocemente e con gli interessi, e che avrebbero anche un impatto ambientale estremamente positivo. Per l’auto aziendale, in particolare, è ormai ineludibile allineare la fiscalità italiana agli standard europei, rispetto ai quali è da troppi anni penalizzata. Innanzitutto, quindi, la piena detraibilità dell’IVA per tutti i soggetti che ancora la vedono limitata al 40%, in deroga alla normativa comunitaria. E poi naturalmente la deducibilità dei costi, con il 100% di quota ammortizzabile come nella maggior parte dei mercati, e l’aumento a 50mila Euro del tetto massimo, che oggi è fermo da anni (senza nemmeno l’adeguamento ISTAT) ad un valore totalmente inadeguato.
Per i veicoli commerciali, invece, serve un super-ammortamento sui beni strumentali nuovi, ma al 150% anziché al 130%: una misura che ha dimostrato in passato di funzionare egregiamente, nonché di autofinanziarsi, e che potrebbe sostenere un settore come il trasporto merci già durante provato prima della emergenza virus. Il settore automotive riveste un tale peso, sia sul PIL che sul gettito fiscale, da qualificarsi assolutamente come area di Intervento prioritaria per la ripresa economica del nostro paese”.
Massimiliano Archiapatti, Presidente di Aniasa, l’associazione che all’interno di Confindustria rappresenta il settore dei servizi di mobilità, ha così commentato la situazione: “Si sta verificando quanto a febbraio avevamo anticipato al Ministro delle Infrastrutture e Trasporti Paola De Micheli con il pesante impatto della crisi del noleggio su tutta la filiera automotive. In assenza di adeguati interventi di sostegno, gli acquisti d’auto da parte delle imprese del settore sono destinati a crollare ulteriormente. Bisogna già oggi guardare anche al dopo emergenza. Per alimentare la ripartenza, è necessario prevedere misure in grado di generare un effetto volano per l’industria automotive e per la mobilità aziendale, turistica e cittadina del Paese, generando anche un impatto positivo anche sulle casse dell’Erario.
Auspichiamo che nel prossimo Decreto anti-crisi Aprile trovino effettivamente spazio le annunciate misure per supportare adeguatamente le diverse anime della filiera del turismo e, tra queste, le attività di autonoleggio. Misure che andranno affiancate nei prossimi mesi a una efficace campagna promozionale per rilanciare le attività turistiche nel nostro Paese, un asset strategico praticamente azzerato dall’emergenza di questi mesi.
Per guidare la ripresa del mercato automotive abbiamo avanzato al Governo tre utili proposte: il ripristino del super-ammortamento, la revisione della tassazione sull’auto aziendale e l’estensione dell’Eco-bonus alle auto usate EURO6”.
“L’ipotesi degli incentivi è l’altro argomento determinante in questo scenario”, afferma Salvatore Saladino, Country Manager di Dataforce, “ma sarebbe utile andare ben oltre la logica del bonus-malus delle povere misure in essere. Da un lato mi auguro che l’Unione Europea faccia presto a sospendere le sanzioni CO2 previste nel 2020 per un solo motivo: far sì che i costruttori possano liberare gli enormi accantonamenti di liquidità stanziati allo scopo destinandoli a scontistiche che potrebbero tranquillamente superare qualsiasi incentivo statale di là da venire. Fino a ipotizzare l’azzeramento temporaneo dell’IVA su tutti gli autoveicoli al di sotto dei 95 g/km, fattore che potrebbe far esplodere il mercato delle plug-in e garantirebbe finalmente il giusto prezzo per le elettriche, oggi solo un giocattolo per i più abbienti. Proprio i 95 g/km sono il limite che le Istituzioni stanno prendendo come riferimento per la probabile proposta di incentivi all’acquisto di un veicolo nuovo (e forse anche di un usato “fresco”) che potrebbe essere varata in tempi molto brevi (pare addirittura prima della fine del lockdown), e che dovrebbe prevedere la rottamazione di un usato fino all’Euro 4. Peccato che aprire la rottamazione su un potenziale di quasi 25 milioni di vetture, a fronte di un’offerta di prodotto sotto i 95 g/km che oggi vale esattamente il 15,71% del mercato del nuovo, rischia di vanificare il grosso dei benefici della misura. Consiglio: portare la soglia di accesso al bonus per le vetture fino a 125 g/km, il 79% del mercato!”.
L’analisi dei numeri del primo trimestre indica che tra gli operatori del noleggio a lungo termine la classifica presenta il mantenimento della prima posizione di Leasys. La captive di FCA Bank aumenta il divario sul secondo in graduatoria, Arval. Leasys ha immatricolato nei 3 mesi 17.879 veicoli (Passenger Cars + Light Commercial Vehicles), mentre Arval 11.705. Dopo il forte aumento delle immatricolazioni, che nei primi due mesi aveva sfiorato il 40%, il dato di marzo ha fatto scendere a precipizio il volume delle targhe: nel cumulato trimestrale Leasys è a -19,8%, con una flessione delle consegne di 4.426 unità. L’arretramento di Arval è stato più pesante: -28,6%, con una perdita di consegne pari a 4.683 unità. In terza posizione è ritornata ALD Automotive, che nel primo bimestre era stata sorpassata da Volkswagen Leasing.
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(fonte: Dataforce)
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