Noleggio di veicoli, service on demand, car sharing, e-bike, micro-mobilità: il Barometro delle Flotte Aziendali 2020 di Arval presenta trend ed evoluzioni della nuova mobilità
Indagine annuale dell’Arval Mobility Observatory, il Barometro delle Flotte Aziendali 2020, monitora tendenze ed evoluzioni della mobilità professionale in Europa e in Italia fornendo interessanti informazioni e utili spunti di riflessioni sui cambiamenti in atto e il futuro prossimo della società “in movimento”.
Anche quest’anno, nonostante il periodo complesso che il mondo intero sta vivendo, l’analisi di Arval giunge puntuale. Se infatti, come ci spiega Sonia Angelelli, Head of Consulting & Arval Mobility Observatory Italia “La ricerca alla base della 15 edizione della pubblicazione è stata realizzata a inizio 2020, quindi nel periodo pre-Covid, e oggi operiamo in un contesto economico mutato e caratterizzato da una costante incertezza economica, i dati della ricerca risultano tuttora validi, per due sostanziali considerazioni. Il Barometro ragiona in un’ottica di medio-lungo periodo, registrando le tendenze attuali e future delle aziende con una visione proiettata nei tre anni a venire. Non solo, questi trend, penso alla modalità flessibile, alternativa e in virata verso l’elettrico della mobilità, erano già presenti prima della pandemia, che, anzi, li ha accelerati”.
A confermare il valore dei risultati dell’indagine è anche Tomaso Aguzzi, Direttore Vendite di Arval Italia, invitato a fornire una visione del mercato reale nel corso della presentazione del Barometro.
L‘indagine alla base del Barometro delle Flotte Arval
Il campione di indagine per la realizzazione del rapporto annuale è costituito da aziende di tutti i settori industriali e di 4 realtà dimensionali (in base ai dipendenti): 4794 le interviste totali realizzate in Europa, 806 extra Europa, 20 i Paesi rappresentati e in totale 300 le interviste realizzate in Italia, che hanno raccontato attraverso la voce dei fleet manager le caratteristiche delle flotte gestite (dimensioni, età, alimentazioni, servizi sottoscritti) e le prospettive di sviluppo future basate sui nuovi bisogni in termini di mobilità.
Attualità e futuro della mobilità
Il Barometro, come ci racconta Sonia Angelelli, segnala come le flotte italiane siano più piccole rispetto alle altre flotte europee (in media 71 mezzi verso i 107 rilevati in Europa). Si tratta di flotte giovani (5.6 anni in Italia, 5.4 anni in Europa) con tassi di rinnovo che aumentano con la dimensione aziendale. In Italia, rispetto all’Europa la presenza di veicoli e di LCV in flotta è superiore: 9 aziende su 10 hanno almeno un veicolo (8.8 in Europa) e l’83% delle aziende italiane dichiara di avere almeno un LCV (è il 76% a livello europeo). Le piccole imprese italiane, così decisive per l’economia nazionale, hanno flotte più contenute rispetto a quelle europee ma ugualmente giovani, in cui la presenza di vetture e di LCV è strategica per lo svolgimento dell’attività di impresa. In un contesto economico complesso, aggravato dall’emergenza Covid, il dato di inizio anno sulle prospettive di crescita delle flotte nel medio lungo periodo fa sperare bene per il settore automotive, pesantemente colpito dalla crisi. “Il mercato automotive italiano è in sofferenza a causa del Covid – dichiara Tomaso Aguzzi – e vedo velocità diverse tra Rent a car che hanno subito un impatto maggiore perché legati al turismo, rispetto al noleggio a lungo termine che, rispondendo a logiche diverse, più b2b, ha reagito meglio. Nei primi quattro mesi dell’anno la raccolta degli ordini è stata buona, gli otto mesi successivi hanno registrato risultati più bilanciati sull’espansione dei contratti, un’arma che serve spesso al noleggiatore per mantenere la flotta nei momenti di incertezza e aiutare il cliente con soluzioni più flessibili. Ad agosto ho visto un ottimo ritorno del mercato, durato fino a settembre-ottobre. Ora, con il secondo lockdown vedremo come si chiuderà anno. In sintesi si tratta di un bilancio positivo, sicuramente gli ordini sono importanti, ma la flotta è un indicatore decisivo per noi. E anche quest’anno cresceremo”.
Tendenze e prospettive: dal noleggio a lungo termine al corporate car sharing
La responsabile dell’Osservatorio sulla mobilità di Arval prosegue la presentazione del Barometro segnalandoci le tendenze emergenti nella mobilità, tra le quali un ruolo di primo piano è attribuito alla flessibilità, fortemente richiesta dalle aziende.
Questa si esprime innanzitutto attraverso forme di finanziamento alternative all’acquisto: nel 56% dei casi sono passate dalla proprietà al possesso. Si conferma così un trend positivo in linea con il resto d’Europa. Nel futuro il NLT è destinato a consolidare la sua posizione: più della metà delle aziende (59%) guarda a questo metodo di finanziamento per le proprie flotte.
Ricercate anche le forme di mobilità alternativa: il 64% ne ha implementata almeno una. La preferenza è accordata per il 56% al Mid Term, che soddisfa le esigenze di tutte le aziende intervistate. Anche guardando al futuro il Mid Term sembra essere la soluzione ideale per sostituire parte o tutta la flotta aziendale.
Per le aziende con più di 100 dipendenti, inoltre, una soluzione ideale è il Corporate Car Sharing: mezzi aziendali in flotta, a disposizione di chi si deve muovere per lavoro o privatamente. Sempre più importante, inoltre, la figura del Mobility Manager, inserito in organico da un’azienda su due.
Aguzzi ci conferma che il Mid Term ha rappresentato per Arval una risorsa importantissima, che ha permesso all’azienda di rispondere ai bisogni dei propri clienti soprattutto in tempo di crisi generata dal Covid: “In generale quello che vedo è l’abbinamento di un prodotto di noleggio a lungo termine con altre soluzioni di mobilità, flessibili, che incontrano le esigenze dei clienti. Con il car sharing ottengo una mobilità condivisa tra i dipendenti e offro uno strumento di welfare, ma penso anche a iniziative come l’e-bike, modalità alternative di spostamento molto utili”. Concetti di mobilità a 360 gradi, che sono parte del piano strategico Arval Beyond e che prendono spunto da altri Paesi dove sono già utilizzate con successo.
Anche le flotte aziendali sono sostenibili
Anche il tema della responsabilità sociale d’impresa, CSR, è sentito da molte aziende italiane: il 42%, per contribuire a migliorare la qualità della vita, attua veri e propri piani strategici. E avere flotte green è un’aspirazione di aziende di tutte le dimensioni, dimostrato dai dati in forte crescita. Passenger Car e LCV sono egualmente protagonisti nel processo di conversione al green.
Tra le azioni che le aziende attuano o attueranno: l’inserimento di policy dedicate alla mobilità (50% in media), al coinvolgimento dei driver attraverso piani di formazione e sensibilizzazione (64%). Con ibrido e elettrico, poi, si cerca il corretto mix di alimentazioni nella flotta (70%).
Il Bilancio sociale (59%) diventa infine la naturale espressione di questo percorso sostenibile. L’attenzione delle aziende italiane alla sostenibilità è sintomo di un processo culturale in atto, dall’attenzione all’ambiente, ma anche dalle limitazioni alle ZTL e da normative comunitarie sempre più stringenti. In questo senso, oggi l’Italia sta diminuendo il gap con l’Europa.
“Il mercato – conferma Aguzzi – dimostra una maturità diversa e più consapevolezza su prodotti elettrici e plug-in. Secondo il piano di sviluppo Arval, da qui a 5 anni, a livello globale, dovremo ridurre emissioni di CO2 del 30% con l’obiettivo di raggiungere i 500mila veicoli elettrificati in flotta. È una bella ambizione e ce la faremo. Vuole anche dire che il mercato sta andando in quella direzione. Infatti, i primi 9 mesi dell’anno, benchè carichi di incertezze, hanno portato un immatricolato aziendale di veicoli elettrici e plug-in superiore del +50% rispetto al pari periodo 2019”.
Avanza il trend dell’auto connessa
Sempre più diffusa in Italia, la telematica è un elemento fondamentale per gestire la flotta e per aumentare la sicurezza di mezzi e driver. Stabile e sempre al primo posto la geolocalizzazione dei veicoli con il 45%, in crescita, invece, la sicurezza dei driver con il 30% (+2pp vs 2019); crescono anche miglioramento dell’efficienza operativa e la riduzione dei costi di gestione della flotta, rispettivamente 42% e 36%, +9pp e +16pp vs 2019.
L’Italia si posiziona su tutti i fronti con valori superiori rispetto all’Europa. Le tecnologie di connessione telematiche diventano volano di un processo virtuoso capace di ridurre i costi di gestione con efficienza nei percorsi, riduzione dei costi di carburante e dell’inquinamento, aumento della produttività.
Gli strumenti telematici offrono ai driver un’esperienza digitale che, attraverso l’utilizzo di app consente loro di monitorare il proprio stile di guida in maniera indipendente ed autonoma. I veicoli sono sempre più connessi e tecnologicamente avanzati. Gli Adas, preludio della guida autonoma, sono ben conosciuti dai fleet manager e considerati requisiti fondamentali dei mezzi (73%), utili per guidare più rilassati (68%) e per gestire situazioni di emergenza (58%).
a cura di Manuela Battaglino
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