Primo Osservatorio Mobilità Ipsos/BCG: gli italiani dedicano agli spostamenti in settimana 10 ore e 40 minuti, 1 ora in più della media europea
Quanto tempo dedicano gli italiani agli spostamenti durante la settimana? Quali sono le modalità di trasporto che utilizzano maggiormente? Come giudicano oggi le loro condizioni di trasporto e le infrastrutture cui hanno accesso? Quali sono le misure scelte dalla stragrande maggioranza per migliorare la propria mobilità nel quotidiano? Come evolverà le loro mobilità nei prossimi 15 anni? E come si posizionano rispetto ad altri paesi europei?
Per rispondere a queste domande, Ipsos e BCG pubblicano oggi i risultati di un'indagine realizzata intervistando più di 10.000 europei, di cui 1.000 italiani.
Alcune cifre chiave dell'indagine:
– Gli italiani dedicano agli spostamenti circa un'ora in più a settimana rispetto alla media europea, considerando tutti i mezzi di trasporto.
– L'automobile è il mezzo di trasporto numero uno in Italia per tutti gli spostamenti obbligati nel quotidiano, ma gli italiani sono i campioni delle due ruote insieme ai greci.
– Gli italiani chiedono più investimenti per l’intermodalità (72% contro 61% in media).
– Il 73% degli italiani sarebbe pronto a ridurre l'utilizzo della propria auto se venissero effettuati gli investimenti necessari (contro il 66% in media).
– L'81% pensa che le innovazioni future nel settore delle mobilità avranno conseguenze positive sulla propria quotidianità (contro il 77% in media).
Lamberto Biscarini, Senior Partner e Managing Director di BCG, responsabile in Europa del settore trasporti e turismo, commenta: “I cittadini europei sono nel complesso soddisfatti delle singole infrastrutture di mobilità, come le ferrovie, la rete stradale, il sistema di trasporto pubblico; sono invece piuttosto scontenti del livello di interconnessione che esiste tra queste infrastrutture. Infatti, è nel passaggio tra le diverse infrastrutture che si allungano i tempi morti, si aspetta per i collegamenti o si cerca di capire come orientarsi. Il tema è rilevante specialmente per gli italiani, di cui solo il 32% è soddisfatto dei punti di coincidenza tra le diverse modalità di trasporto, contro il 44% della media europea.
“E’ un po’ come una staffetta – aggiunge -: i singoli corridori possono anche correre molto rapidamente una frazione, ma se, al momento del passaggio del testimone, qualcosa non funziona, la prestazione collettiva peggiora. Un grande aiuto può arrivare dalla tecnologia. Gli italiani infatti chiedono un maggiore sviluppo dei servizi digitali che consenta di reperire informazioni più rapidamente sulla disponibilità di trasporto e la possibilità di costruire itinerari di viaggio completi con soluzioni di pagamento integrate. La domanda c'è, serve una programmazione dell'offerta. In Italia restiamo comunque ottimisti sul futuro. Il 76% del campione pensa che, tra 15 anni, potrà viaggiare con veicoli elettrici su lunghe distanze senza problemi di autonomia, contro il 73% della media europea”.
Aspettative molto forti in Italia per migliorare le condizioni di spostamento: più intermodalità per una maggiore mobilità
Si dimostrano tuttavia ancora più insoddisfatti della media europea per quanto riguarda la scorrevolezza del traffico nelle ore di punta (62% contro 58%).
Di fronte a questi problemi di scorrevolezza del traffico, gli italiani sono gli europei più critici per quanto riguarda l'intermodalità dei mezzi di trasporto. Solo il 32% è soddisfatto dei punti di coincidenza tra le diverse modalità di trasporto (contro il 44% per la media europea). Sono inoltre i più critici in merito alla rete di trasporti pubblici urbani (35% contro 45%).
Gli italiani tra gli europei che dedicano più tempo agli spostamenti
Gli italiani dedicano in media 10 ore e 40 minuti a settimana agli spostamenti (dal lunedì al venerdì), ossia 1 ora e 5 minuti in più rispetto alla media degli europei (che vi dedicano 9 ore e 35 minuti). Sono anche gli europei che dedicano più tempo agli spostamenti, superati solo dai greci (che vi dedicano 13 ore e 2 minuti).
In Italia come negli altri paesi europei, l'automobile è il mezzo di trasporto imprescindibile e ciò per la quasi totalità dei tragitti quotidiani: che si tratti di recarsi sul luogo di lavoro o di studio (69% contro 61% della media europea), andare a fare la spesa alimentare “grossa” (86% contro 73%) o accompagnare i bambini a svolgere le loro attività quotidiane (64% contro 56%).
Gli italiani sono tuttavia, insieme ai greci, quelli che utilizzano maggiormente un due ruote motorizzato per spostarsi (il 6% lo utilizza per recarsi sul luogo di lavoro o di studio, contro appena l'1% degli slovacchi, ad esempio).
Questa supremazia dei mezzi di trasporto motorizzati (ancora più forte in Italia rispetto alla media dei paesi europei) è dovuta in particolare al fatto che, per il 43% degli italiani (contro il 35% della media europea), è difficile utilizzare i mezzi pubblici nelle vicinanze di casa propria. In Italia, i tre principali motivi per cui non si utilizzano più spesso i mezzi pubblici sono gli stessi citati dalla media degli europei: la loro frequenza di transito troppo bassa (46%), destinazioni non adeguatamente servite dai mezzi pubblici (39%) o, ancora, un'eccessiva durata del tragitto (31%).
Un investimento è richiesto dalla stragrande maggioranza degli italiani: più infrastrutture e servizi digitali per favorire l'intermodalità e migliorare la propria mobilità
Gli italiani, così come gli altri europei, pensano in maggioranza che le autorità pubbliche non investano a sufficienza nelle infrastrutture di trasporto nelle zone in cui vivono. Gli investimenti che scarseggiano maggiormente riguardano l'accompagnamento delle nuove mobilità (il 77% giudica gli investimenti insufficienti per quanto riguarda lo sviluppo delle colonnine di ricarica per veicoli elettrici, contro il 74% della media). Sono tuttavia gli europei più critici relativamente al livello di investimento in materia di punti di coincidenza tra diverse modalità di trasporto (il 72% giudica gli investimenti in materia insufficienti, contro il 61% della media europea) e in favore della rete di trasporti pubblici urbani (72% contro 60%).
Considerano massicciamente che tutte le iniziative volte a favorire l'intermodalità consentirebbero loro di spostarsi più facilmente nella loro quotidianità, in particolare il titolo di viaggio unico (74%), autostazioni collegate in modo migliore ai trasporti pubblici (76%) o, ancora, piazzole riservate all'ingresso delle autostrade dove lasciare la propria auto e prendere un altro mezzo di trasporto su autostrada o superstrada (62%).
Anche lo sviluppo dei servizi digitali è considerato prioritario dagli italiani per consentire loro di spostarsi più facilmente, ovvero una migliore informazione sull'offerta di trasporti pubblici disponibili nelle vicinanze di casa propria (71%) e le offerte di carpooling e car sharing disponibili (60%), itinerari completi con possibilità di associare più mezzi di trasporto (69%), o ancora soluzioni di pagamento tramite smartphone (60%).
Gli italiani particolarmente pronti a modificare i propri comportamenti a condizione che vengano effettuati gli investimenti
Gli italiani risultano essere tra gli europei che sarebbero maggiormente disposti a modificare i propri comportamenti qualora venissero effettuati gli investimenti necessari: Il 75% sarebbe pronto a utilizzare più spesso i mezzi pubblici (contro il 72% in media) e il 73% a utilizzare meno spesso la propria vettura privata (contro il 66% della media). Solo i portoghesi (77%) e i greci (85%) si dimostrano ancora più disposti a cambiare abitudini a questo proposito. In compenso, gli italiani non si dimostrano molto più interessati della media alla possibilità di avvalersi di carpooling o car sharing: il 45% è pronto a utilizzarli di più (contro il 44% della media europea).
Per la stragrande maggioranza degli italiani, così come degli europei, questi investimenti migliorerebbero la propria qualità della vita (lo pensa l'84% degli italiani, una percentuale identica alla media europea), consentirebbero loro di risparmiare tempo (76% contro l'80% della media) e avrebbero un impatto positivo sul proprio benessere professionale (78%, una percentuale identica alla media).
La mobilità all'alba di una rivoluzione che suscita molte speranze
Gli italiani sono ancora più convinti della media europea che le innovazioni nel settore dei veicoli e delle nuove tecnologie trasformeranno i loro spostamenti. Pensano che, tra 15 anni, potranno viaggiare con veicoli elettrici su lunghe distanze senza problemi di autonomia (76% contro il 73% della media europea), che lasceranno la loro auto all'ingresso della città e utilizzeranno soltanto mezzi pubblici accessibili dal punto in cui hanno parcheggiato la vettura (75% contro 70%), che i veicoli non emetteranno più gas a effetto serra (70% contro 68%). Sono inoltre perlopiù convinti che potranno viaggiare senza rischi di incidenti o guasti grazie alle nuove tecnologie digitali (62% contro 57%), che le auto elettriche si ricaricheranno durante il transito (67% contro 55%) o, ancora, che sarà possibile viaggiare con vetture autonome su corsie riservate (58% contro 52%), anche su tutte le strade (51% contro 46%).
Per la stragrande maggioranza di loro, non vi è alcun dubbio: queste innovazioni avranno conseguenze positive sulla loro quotidianità (lo pensa l'81% degli italiani contro il 77% della media europea
“Da decenni, non si verificano cambiamenti importanti in materia di mobilità. Oggi, gli europei sono complessivamente soddisfatti delle loro infrastrutture ma deplorano la mancanza di scorrevolezza. Le nuove tecnologie consentiranno l'instaurazione di nuove abitudini. È una priorità fondamentale della politica pubblica”, afferma Sylvain Duranton, senior partner e managing director di BCG, direttore associato e autore dello studio.
“La mobilità è uno dei rari argomenti su cui gli europei esprimono al contempo forti aspettative e speranze reali per il futuro. Oggi, desiderano poter disporre di una mobilità a scelta, più libera, giocando sull'intermodalità e utilizzando servizi digitali di supporto. Per il domani, pensano che le rivoluzioni tecnologiche in corso miglioreranno profondamente non solo le loro modalità di spostamento, ma anche il loro livello di benessere. Molti predicono che queste evoluzioni contribuiranno a rivoluzionare il loro modo di vivere a medio termine”, ha dichiarato Dominique Levy, Direttrice Generale Ipsos France.
Nota metodologica: Studio realizzato da Ipsos e BCG per l’ASFA su 10.018 europei, di cui un minimo di 1.000 persone in ciascuno dei 10 paesi esaminati (Francia, Irlanda, Italia, Germania, Spagna, Belgio, Grecia, Polonia, Slovacchia, Portogallo). In ciascuno dei paesi, è stato intervistato un campione rappresentativo (metodo delle quote) della popolazione nazionale di età pari o superiore ai 15 anni. Indagine sul campo condotta via internet dal 23 febbraio al 28 marzo 2017.
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