Doveva essere il cuore della nuova “Motor Valley” inglese, la gigafactory più grande d’ Europa per la produzione delle batterie delle auto elettriche, a servizio anche delle Case auto europee. Ma i grandi piani per Britishvolt, start-up inglese capofila del progetto della fabbrica di batterie per veicoli elettrici, si sono infranti ancora prima di iniziare: costi troppo alti, profitti bassi, fondi esauriti, nessuna valida offerta per rilevare la società. Il Consiglio di amministrazione dell’azienda è stato dunque costretto a dichiararne il fallimento, mettendo nel cassetto l’ambizioso progetto e bloccando di fatto l’avvio dei lavori per realizzare l’impianto.
L’impianto doveva sorgere a Blyt, nell’ Inghilterra del Nord, su una superficie di 93 ettari e in poco tempo sarebbe dovuto diventare il volano dell’industria automotive inglese, rilanciando il settore ed esportando nel resto del continente. Le aspettative erano senz’altro molto alte, visto che nel lungo termine avrebbe dovuto creare 3.000 posti di lavoro ed erano previsti piani per 3,4 miliardi di sterline.
Nulla di tutto questo, perché l’azienda ha dichiarato il fallimento e gli attuali dipendenti, circa 230, sono stati licenziati. Una brusca frenata anche per la nascente industria dell’auto elettrica UK, “azzoppata” in partenza di quello che doveva esserne il propulsore.
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