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Emergenza Coronavirus: l’ AD di Liqui Moly rinuncia allo stipendio per mantenere i posti di lavoro #iostoconlafilieraautomotive

L’amministratore delegato di LIQUI MOLY Ernst Prost con la sua parte di risparmio desidera salvaguardare i posti di lavoro

Con questa e-mail Ernst Prost si rivolge oggi ai suoi colleghi:

“Cari co-imprenditori, premetto il seguente ordine:

Stimati colleghi dell’ufficio paghe, a partire da subito vi prego di non versarmi più la mia retribuzione mensile. Con la presente rinuncio al mio stipendio in quanto posso cavarmela anche senza uno stipendio mensile. È preferibile usare il mio stipendio e altri risparmi per mantenere tutti i nostri posti di lavoro, compresi ovviamente quelli dei nostri lavoratori interinali. Queste persone svolgono come noi dipendenti fissi un lavoro estremamente importante, e quindi non devono essere i primi a rimetterci il lavoro, anche dal punto di vista umano. Ribadisco ancora una volta: non voglio perdere nessuno e non voglio lasciare indietro o licenziare nessuno e nemmeno chiedere la cassa integrazione”.

“Ogni giorno creiamo le premesse per far ciò, attraverso il nostro duro impegno personale e con moltissimo lavoro e diligenza. A differenza di molte altre aziende e lavoratori autonomi, siamo fortunati in quanto nessuno ci ha bloccato l’attività e, oltre a questo, c’è ancora bisogno dei nostri prodotti in tutto il mondo. Gli oli per motori sono importanti per il sistema, perché anche in questo periodo le compagnie di trasporto, la polizia, le aziende di raccolta dei rifiuti, i servizi di soccorso, i vigili del fuoco e anche la posta devono potersi muovere con i loro veicoli. Questa è la nostra fortuna, il resto lo facciamo con la nostra capacità. Non dobbiamo aspettare la politica, non abbiamo bisogno di controlli statali e neppure di prestiti. Una fortuna, una benedizione e la nostra chance di sopravvivere”.

“Bisogna veramente dire che NOI della famiglia Liqui Moly / Meguin siamo tra i fortunati che hanno ancora un lavoro, non devono avere alcun tipo di angoscia esistenziale e hanno anche una prospettiva ragionevole per il futuro. Continuiamo ancora a produrre in due o addirittura tre turni nelle nostre due fabbriche di Saarlouis e Ulm. Abbiamo un tasso di consegna di quasi il 100%. C’è stato lo storno di qualche centinaia di container dovuto al fatto che alcuni paesi sono completamente fermi. Nonostante tutto riusciamo a mantenere l’attività in funzione. Ma solo perché riusciamo ancora a vendere, acquisire degli ordini, realizzare fatturati e lavorare a stretto contatto con i nostri clienti in Germania e nel mondo. Rispetto al primo trimestre dell’anno precedente, vi posso comunicare una crescita del 14%. Non so se continuerà così, ma di una cosa sono sicura: Se non facciamo fatica a lavorare, se non chiediamo cosa può fare l’azienda per noi, ma chiediamo invece cosa possiamo fare per l’azienda e i nostri clienti, saremo anche in grado di affrontare i prossimi mesi”.

“Vi prego di dare tutto ora. Fate del vostro meglio. Dateci dentro come mai prima d’ora. Non per me, e in sostanza non per l’azienda, ma per voi, per la vostra famiglia, per i colleghi e per le decine di migliaia di clienti in tutto il mondo che in questo momento stanno veramente male”.

 

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