I dati resi noti dall’ACEA mettono in luce che le immatricolazioni del primi sette mesi del 2023 accusano ancora un calo del ben il 21,98% sullo stesso periodo del 2019.
Nel luglio 2023 in Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) sono state immatricolate 1.022.468 autovetture con una crescita del 16,7% sul dato corrispondente di luglio 2022. Questa crescita importante non stupisce certo gli addetti ai lavori perché è il dodicesimo incremento consecutivo ed è soltanto lievemente inferiore al tasso di crescita delle immatricolazioni del periodo gennaio-luglio, che, con 7.612.451 unità fa registrare una crescita del +17,5%.
Le ragioni di questo andamento sono da ricercarsi nel venir meno di una parte del complesso di fattori che aveva fortemente colpito il mercato dell’auto con il manifestarsi della pandemia all’inizio del 2020 e poi con una serie di altri elementi fortemente negativi che vanno, per citare soltanto i principali, dalle conseguenze concrete e psicologiche della guerra in Ucraina a forti carenze nel reperimento di componenti essenziali per la costruzione di autoveicoli. Non tutti i fattori di freno delle immatricolazioni sono stati però superati come emerge con grande chiarezza dal fatto che, rispetto alla situazione ante crisi, cioè rispetto al 2019, i dati resi noti oggi dall’ACEA mettono in luce che le immatricolazioni del primi sette mesi del 2023 accusano ancora un calo del ben il 21,98% sullo stesso periodo del 2019.
Il mercato automobilistico europeo è dunque ben lontano dall’essere tornato alla normalità. Le nuove immatricolazioni in molti paesi non riescono a soddisfare completamente l’esigenza di rottamare le vetture più vecchie e di conseguenza più inquinanti e più pericolose. Il mercato europeo è infatti ancora in sofferenza sia per quanto riguarda l’offerta che per quanto riguarda la domanda. Da un lato vi sono ancora lunghe attese per la consegna di modelli la cui produzione è penalizzata dalle carenze che ancora permangono nella disponibilità di componenti necessari per costruirli e dall’altro vi è anche una crisi di domanda determinata in larga misura dalle incertezze che si registrano in molti paesi per la transizione energetica imposta dall’Unione Europea.
Chi deve acquistare una nuova auto è fortemente stimolato a passare ad un’auto elettrica – sostiene Gian Primo Quagliano, Presidente del Centro Studi Promotor – ma non sempre vede in questo tipo di vettura una soluzione adeguata per tutte le esigenze di mobilità sue e della sua famiglia. A ciò si aggiunge, poi, che un forte disincentivo all’acquisto di una nuova auto viene dagli aumenti di prezzi che si sono verificati nel recente passato e in alcuni paesi (ed in particolare l’Italia) i prezzi delle auto elettriche sono ancora molto lontani dalle possibilità di spesa delle masse.
Per l’Italia, in particolare, alcuni dati mettono in luce con grande evidenza le criticità legate alla svolta elettrica. Dai numeri pubblicati oggi dall’ACEA emerge che in luglio le immatricolazioni di auto elettriche nell’Unione Europea sono aumentate del 62,4%, ma in Italia la crescita non è andata oltre il 14,4% e la conseguenza è naturalmente una presenza di auto elettriche molto più contenuta che nel resto dell’Unione. Sempre nel luglio scorso, infatti, la quota di mercato delle auto elettriche è stata del 14,59% per l’intera Unione, ma in Italia non è andata oltre il 3,4%.
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