Il Governo studia ed anticipa – attraverso le notizie che circolano sui Media e le dichiarazioni dei Ministri – un pacchetto di misure economiche a sostegno del tessuto imprenditoriale del Paese sottoposto ai noti provvedimenti restrittivi causa Covid -19. La cronaca di queste ore si può articolare più attraverso gli annunci che attraverso i provvedimenti concretamente varati e posti in essere, fatto questo più che prevedibile dato il pochissimo tempo trascorso dalla serie di provvedimenti estremi adottati dal Governo su tutto il territorio nazionale. Per questo ogni notizia in tema attualmente è soggetta all’esigenza di aggiornamento costante in base alle decisioni assunte a livello politico. Al momento tutto quanto oggetto di dibattito dovrebbe trovare riscontro ufficiale mediante apposito Decreto, del quale si prevede la formale approvazione per il prossimo venerdì 13 marzo.
Il dialogo con l’Unione Europea
Una componente fondamentale per la definizione delle politiche che l’Italia potrà porre in essere, è ovviamente determinata dal consenso dell’Unione Europea, che per prima deve autorizzare il necessario sforamento del rapporto Deficit / Pil da parte di Roma. Contrariamente, non ci sarebbero le condizioni per un Paese Membro di sottrarsi ad una eventuale procedura di infrazione. Invece in questo caso il motto “Whatever it takes” reso famoso da Mario Draghi è stato ribadito dalla Presidente della Commissione Ursula Von der Leyen. L’Europa starebbe preparando una misura di aiuti da 25 miliardi estrapolati dal bilancio della Commissione per fornire liquidità alle imprese europee al fine di scongiurare pandemie fallimentari.
Infatti, la proiezione degli interventi predisposti da Palazzo Chigi a sostegno dell’economia nazionale parlano al momento di stanziamenti definiti “immediati”, e di ulteriori stanziamenti realizzabili attraverso aiuti Comunitari.
Come e dove vuole agire il Governo
Il governo dovrebbe in queste ore agire su tre leve fondamentali per l’impatto sul tessuto produttivo: la leva fiscale, quella del sostegno occupazionale, e quella della liquidità. Ma di certo una delle novità più rilevanti per il comparto Automotive (vista la dimensione media storica delle Imprese dell’Autoriparazione e della Distribuzione Ricambi) risiede nella possibilità di estensione dei c.d. “Ammortizzatori Sociali” anche ad attività ed Imprese generalmente non comprese da misure del genere.
La dimensione critica delle Imprese del comparto Auto
Infatti, storicamente, la composizione e dimensione operativa della maggioranza degli Autoriparatori e delle Imprese commerciali di Componenti Auto ha finora reso difficile per troppi accedere a forme di sostegno pubblico (vedi ad esempio la Cassa Integrazione Ordinaria – CIGO o la Cigs, i Contratti di Solidarietà, etc..) in grado di coprire i momenti di crisi del mercato. Attualmente, sempre secondo le anticipazioni, anche per le piccole realtà territoriali che lavorano nel comparto si aprirebbe la possibilità di un sostegno davvero provvidenziale.
Ammortizzatori Sociali: ora davvero “per tutti”?
Tra le misure annunciate dal Ministero del Lavoro più “dirompenti” (in caso di conferma ufficiale, ovviamente) ci sarebbe dunque l’attivazione di una “Cassa Integrazione Guadagni” (Cig) di natura speciale ovvero “in Deroga”, estesa a tutti i lavoratori indipendentemente dal settore produttivo ed economico. Negli interventi rientrerebbero anche Imprese non Industriali, Artigiane, e con un numero di dipendenti inferiore alle 15 unità, potendo coprire con l’80% della retribuzione spettante le ore non lavorate. Per inciso, nel piano di azione specifico rientrerebbero eccezionalmente anche i lavoratori Autonomi (come ad esempio collaboratori e Agenti di Commercio che costituiscono la forza vendita delle Imprese di Autoriparazione, di Componentistica e della Distribuzione Ricambi) attraverso il riconoscimento di circa 500 euro per tre mensilità.
La leva fiscale: scadenze, pagamenti, “ristori”
Si prevede, in tema di adempimenti e di riscossione, l’intervento su una serie di scadenze fiscali per imprese e lavoratori autonomi che – a seguito dei provvedimenti restrittivi e dell’andamento dei consumi – riscontrino la riduzione di operatività e dunque di fatturato e di liquidità aziendale. La misura ipotizzata sarebbe quella della sospensione degli obblighi di versamento, che a sua volta implicherebbe un titolo di “ristoro”, cioè indennizzo, in quanto quelle somme non versate da imprese ed autonomi (per effetto della sospensione) sarebbero successivamente considerate come appunto un indennizzo per le conseguenze di un evento inaspettato ed estraneo alle dinamiche aziendali come appunto è l’allarme Coronavirus. Occorre ovviamente attendere la redazione e pubblicazione del Decreto per conoscere e misurare nel concreto la natura dei tributi, le scadenze e la relativa procedura di “ristoro” allo studio del Governo.
La liquidità delle imprese: un aiuto dal sistema bancario?
Nelle disposizioni anticipate per il Decreto di ormai prossima emanazione si prevedono semplificazioni nelle procedure di richiesta sospensione rate mutui e prestiti bancari per le Imprese, a seguito della riduzione o sospensione delle attività lavorative. Si prevede, per questo, un parziale sostegno attraverso gli strumenti di garanzia statale nel rapporto tra soggetti imprenditoriali e banche.
Di Riccardo Bellumori
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