
Oggi entra in officina un’automobile con problemi di climatizzazione. Vediamo insieme come procedere per effettuare le corrette operazioni di ricarica e per realizzare una diagnosi dei difetti accurata e a regola d’arte…
Uno dei problemi che ci si trova a risolvere in officina riguarda l’impianto di climatizzazione dell’auto, soprattutto nei periodi più caldi. Capita spesso, infatti, che un’auto lamenti la scarsa resa “del clima” e si debba rivedere il circuito.
Come procedere alla ricarica del climatizzatore auto e alla diagnosi dei difetti
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Prima di tutto, si dovrebbe procedere con un test visivo dell’impianto di climatizzazione per capire dove si trovano gli attacchi e, magari, vedere anche già una prima copiosa perdita; in questa fase bisogna anche riconoscere il gas criogenico utilizzato.
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Nelle più moderne ed evolute stazioni di ricarica, un database interno fornisce la quantità di gas e olio da utilizzare; molte apprendono il dato in automatico e completano in autonomia il ciclo di ricarica, senza l’intervento umano.
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Prima di eseguire la ricarica, onde evitare di sprecare gas disperdendolo in ambiente e per ricercare eventuali perdite copiose, è buona norma eseguire un test del vuoto di almeno 10 minuti: durante questa fase, aspirando tutto ciò che si trova nel circuito, si testa la tenuta stagna dell’impianto.
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Se il test restituisce esito positivo, si può procedere alla fase di ricarica vera e propria. Viene caricato l’olio nel compressore, sempre seguendo le indicazioni fornite dalla casa costruttrice.
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Finita la carica dell’olio, si procede con la ricarica del gas refrigerante. Nel caso specifico è l’R134a, un gas che sta venendo sostituito dall’R1234. Anche in questo caso bisogna attenersi al quantitativo specificato dalla casa produttrice: troppo poco gas manderebbe in blocco l’impianto, mentre una quantità eccessiva si disperderebbe nell’ambiente.
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Con la ricarica è buona norma miscelare al gas un fluido tracciante che, grazie al suo colore fluorescente, evidenzia eventuali perdite colorando l’area attorno al foro da cui fuoriesce il refrigerante.
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Grazie all’ausilio di una lampada UV e di speciali occhiali gialli, i segni lasciati dal tracciante saranno ben visibili e le perdite si possono localizzare in breve tempo, in modo da evitare perdite di tempo ed esborsi eccessivi da parte del cliente.
a cura di Federico Lanfranchi ©DBInformation
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