Sale a 71,9 miliardi di euro il carico fiscale sulla motorizzazione in italia nel 2015. Per Anfia necessaria una revisione della fiscalità in chiave ambientale
Il carico fiscale complessivo gravante sulla motorizzazione italiana è ulteriormente cresciuto nel 2015, salendo a 71,9 miliardi di Euro, con un incremento dello 0,5% rispetto all’anno precedente.
A fronte di un incremento del 5,9% del totale delle entrate tributarie nazionali rispetto al 2014 – derivante da un andamento positivo sia delle imposte dirette (+9,1%) che delle imposte indirette (+2,2%), basate sui consumi – la quota percentuale del gettito proveniente dal settore automotive sul gettito complessivo calcolato secondo il criterio di cassa, risulta leggermente diminuita, passando dal 16,8% del 2014 al 16% nel 2015.
“Dopo anni di inasprimento delle imposizioni fiscali sui veicoli, a compensazione della perdita di capacità di spesa degli italiani durante la lunga crisi economica, la ripresa del mercato auto nel 2015 non poteva che far lievitare ulteriormente questo prelievo, con introiti derivanti dall’acquisto degli autoveicoli – IVA e IPT1 – in crescita del 13,6% e dell’11,2% rispettivamente – commenta Aurelio Nervo, Presidente di ANFIA. La percentuale del gettito fiscale derivante dal comparto sul PIL risulta del 4,4%, la più alta tra i maggiori Paesi europei, visto che la media si aggira tra attorno al 3,4%. Il gettito derivante dall’utilizzo dell’autoveicolo resta la voce più rilevante, pari all’81% del gettito complessivo proveniente dal comparto, per un valore di 58,2 miliardi di Euro (appena lo 0,8% in meno rispetto al 2014).
I tempi sono maturi per attuare una revisione della fiscalità in chiave ambientale – in UE 20 Paesi su 28 già applicano forme di tassazione in funzione delle emissioni di CO2 3, per esempio – al fine di favorire la diffusione dei veicoli ecologici e la sostituzione dei più inquinanti ancora in circolazione: si pensi che, in Europa, i veicoli ‘nuovi’ (meno di un anno di anzianità), e quindi rispondenti alle normative ambientali più recenti, sono appena il 5% del circolante. Accelerare questo processo è uno dei driver fondamentali per il raggiungimento dei futuri target di riduzione delle emissioni, oltre a portare con sé vantaggi economici e di sicurezza della circolazione sulle strade. Va in questa direzione, quindi, anche il mantenimento di una fiscalità di vantaggio per i carburanti alternativi, inclusi i biocarburanti. Nel 2015, per il secondo anno consecutivo dopo 7 anni di calo, i consumi complessivi di carburanti sono risultati in crescita dell’1,5%. Nello stesso anno, i prezzi medi alla pompa, per via del ribasso del prezzo del petrolio, hanno subito significative flessioni: -10,2% per la benzina, -12,6% per il gasolio, -20,2% per il GPL, mentre il metano è rimasto stabile (-0,5%). A fronte di una forte riduzione del prezzo industriale dei carburanti (prezzo della materia prima e margine lordo), si è assistito ad un’ulteriore crescita della componente fiscale (IVA e accise) sul prezzo finale, passata dal 60,7% al 65,5% per la benzina, dal 56,5% al 62% per il gasolio, dal 37,2% al 42,1% per il GPL e dal 18,5% al 22,4% per il metano. E ulteriori rialzi potrebbero verificarsi nel biennio 2017-2018, nel caso scattino le clausole di salvaguardia a copertura delle spese e per il raggiungimento dei target fiscali stabiliti per l’Italia dall’Unione Europea.
Sempre in tema di costi legati all’utilizzo del veicolo – prosegue Nervo – bisogna puntare a una rimodulazione basata sulla logica ‘pay as you drive’, capace di orientare il settore verso modelli di consumo sostenibili. Questo tipo di soluzione è già garantita dalla telematica applicata ai trasporti e si sta diffondendo, nel nostro Paese, soprattutto grazie alla crescita del mercato dell’insurance telematics, con una progressiva riduzione dei costi assicurativi, oltre che delle frodi relative agli incidenti stradali. Ci auguriamo, quindi, che il mercato degli ITS4 cresca ulteriormente nei prossimi anni, con l’obbligo atteso, dal 2018, dell’e-Call sulle autovetture, e con lo sviluppo della digital transformation delle infrastrutture, recentemente annunciata dal Ministro dei Trasporti Graziano Delrio.
In sintesi – conclude il Presidente – la necessaria revisione della fiscalità di cui si è detto rientra in un piano per la mobilità sostenibile di cui il Governo dovrebbe dotarsi in tempi rapidi, puntando sulla diffusione dei veicoli ecologici e sullo sviluppo delle nuove tecnologie dell’auto connessa e dell’autonomous driving”.
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