Il cambio automatico è una gran comodità ma non a tutti piace per una sensibile lentezza di risposta e per l’evidente interruzione di coppia nel passaggio tra una marcia e l’altra, che rende poco appagante la guida sportiva nell’uso manuale sequenziale. La tecnologia, inarrestabile per definizione, ha superato questi limiti, ancora una volta, grazie all’elettronica. Magneti Marelli in questo settore ha scritto pagine di storia sia nel motorsport con Ferrari in Formula 1 sia nella produzione di serie con il cambio TCT in uso su vari modelli FCA.
Un passato di corse
Le competizioni hanno avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di queste trasmissioni. Il cambio robotizzato a doppia frizione TCT Magneti Marelli si può definire la sintesi di più tecnologie: attuatori e automatismi sono i nipoti dei sistemi che, per prima, Ferrari portò in Formula 1 con Magneti Marelli ai tempi di Nigel Mansell: la Ferrari 641 F1 vinse addirittura nel GP del debutto, mentre l’uso della doppia frizione è legata a Le Mans dove negli anni 80 Porsche era ricorsi a questa tecnologia per rendere più performanti le cambiate e più robusta la trasmissione.
Cambio automatico per Alfa Romeo
Il cambio TCT scelto da Alfa Romeo per MiTo, Giulietta e 4C, è una trasmissione automatizzata a doppia frizione che, rispetto a un normale cambio robotizzato, offre una maggiore rapidità di azionamento e una minore riduzione dell’interruzione di coppia. Nei cambi a doppia frizione, infatti, il miglioramento dell’efficienza è dovuto alla presenza di due alberi primari coassiali: uno gestisce le marce pari e l’altro quelle dispari. A ciascun albero primario è installata una delle due frizioni che vengono comandate dalla centralina elettronica di gestione. Le due frizioni lavorano insieme: all’innesto di una, si disinnesta l’altra, consentendo di tenere inseriti due rapporti in simultanea così da essere pronti al passaggio successivo di marcia, dove di fatto il tempo di cambiata si riduce al semplice innesto/disinnesto delle frizioni senza spostare gli ingranaggi. Dunque entrambi gli alberi girano ma, grazie alle due frizioni, solo uno trasferisce il moto alla trasmissione. Da qui la rapidità e la minore interruzione nella spinta.
Cambio a due frizioni a secco
Le frizioni, che nel TCT sono a secco, sono azionate da un attuatore per la frizione delle marce pari e uno per le marce dispari, entrambi di tipo elettroidraulico. Il primo trova posto all’interno della campana del cambio direttamente al di sotto del pacco frizione, mentre il secondo trova collocazione sulla parte posteriore del cambio. Gli attuatori sono del tipo idraulici con pressioni di lavoro elevate fino a 55 bar: la pressione viene generata da una pompa elettrica esterna al sistema.
Cambio a doppia frizione come funziona
Il cambio TCT può funzionare in totale automatismo. La centralina elettronica di gestione analizza la guida (velocità, apertura della farfalla motore, posizione dello sterzo e uso del freno) e sceglie il rapporto più adatto. Il sistema elettronico lavora sulle frizioni per tenere pronto il rapporto successivo: in accelerazione innesta il contemporanea il rapporto superiore, durante il rallentamenti inserisce quello inferiore. Il TCT prevede anche l’suo manuale sequenziale in cui è il guidatore a scegliere il rapporto ma con due vantaggi, non indifferenti rispetto a un manuale tradizionale: le cambiate sono a prova di errore e quindi le accelerazioni sono sempre ripetibili e il tempo di cambiata è più rapido grazie al sistema delle due frizioni. E in più l’influenza sui consumi è minima: gli attriti sono simili a un normale manuale e solo il peso della trasmissione è superiore.
Cambio doppia frizione problemi
Dal punto di vista della riparazione la trasmissione TCT non è particolarmente complessa anche se richiede alcune competenze specifiche che si possono ottenere dalla maggior parte delle aziende che offrono formazione tecnica. Infatti per procedere a una riparazione rapida, sicura e a prova di errore è bene saper effettuare una diagnosi elettronica esaustiva per individuare rapidamente le componenti oggetto del problema sia elettroniche sia meccaniche.
a cura di Renato Dainotto
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