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Automotive e logistica: Lombardia in primo piano

Il ruolo delle Pmi lombarde si conferma centrale nelle filiere dell’automotive e della logistica. Così emerge dai dati della ricerca “Il ruolo delle piccole e medie imprese nelle filiere dell’automotive e della logistica”, realizzata dal Centro Studi Sintesi per CNA Lombardia

Dai dati presentati ad aprile al convegno “Il triangolo della competitività: Automotive e Logistica tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna” di CNA Lombardia emerge il ruolo dominante delle Pmi delle tre regioni “locomotiva” d’Italia. Con la Lombardia avanti su tutte.

La Lombardia, infatti, è la seconda regione europea, dietro solo alle Fiandre, che nel periodo post-pandemia (dal 2019 a oggi) ha fatto registrare la crescita maggiore (+5,7%).

Pmi, automotive e logistica: Lombardia in testa

  • Il ruolo delle Pmi lombarde si conferma centrale nelle filiere dell’automotive e della logistica, per un totale di oltre 55mila realtà che rappresentano rispettivamente il 2,8% e il 2,4% delle imprese totali regionali.
  • Buono lo stato di salute per le aziende automotive che, in dieci anni (dal 2014 al 2023), sono cresciute del 13%, mentre quelle della logistica sono diminuite leggermente (-3%).
  • Molto bene il numero di addetti impegnati nei due settori, aumentati in dieci anni del 14% (automotive) e del 32% (logistica).

Questi alcuni dei dati della ricerca “Il ruolo delle piccole e medie imprese nelle filiere dell’automotive e della logistica”, realizzata dal Centro Studi Sintesi per CNA Lombardia e presentata al convegno di aprile.

La ricerca di ampio respiro del Centro Studi Sintesi ha coinvolto le tre regioni trainanti dell’economia italiana, che contribuiscono a realizzare il 41,2% del prodotto interno lordo e quasi il 53% delle esportazioni, esprimendo il 37,1% dell’occupazione.

Focus automotive in Lombardia

Nel settore automotive, al 2023, sono 30.010 le imprese in Lombardia (2,8% delle imprese totali regionali) che hanno circa 3,2 addetti di media.

Di queste, infatti, l’89,2% sono microimprese, il 7,1% le piccole, il 2,5% le medie e solo l’1,2% le grandi. Anche sul numero di addetti nel comparto, che sono 96.572 (il 2,3% del totale lombardo), il 45,4% sono impiegati in microimprese, il 19,2% in piccole, il 15,7% in medie e il 19,7% in grandi.

Da un’analisi sulla distribuzione regionale delle imprese automotive emerge che:

  • il 50% è attivo nell’ambito della riparazione
  • il 38% nel commercio
  • l’8% è rappresentato da ricambisti
  • solo il 2% opera della produzione e nella componentistica

Nel dettaglio, dal 2014 al 2023 a trascinare la crescita del settore sono state le aziende del commercio (+36%), mentre sono calate quelle della produzione (-23%) e quelle dei ricambisti (-8%).

I numeri della regione sono in linea con quelli dell’aggregato Lombardia-Veneto ed Emilia-Romagna, che nel totale ha visto crescere le imprese automotive dell’11% in dieci anni.

Sul fronte addetti, la riparazione rappresenta in Lombardia il principale ambito di attività con il 43%, seguito dal commercio 24%, dalla componentistica 17%, ricambisti 9% e produzione 7%.

Il numero di lavoratori, dal 2014 al 2023 è comunque aumentato del 14%: molto bene il commercio +27%, la componentistica +17% e i ricambisti +15%, mentre calano del 6% quelli della produzione. Quest’ultimo dato è in controtendenza con quello dell’aggregato delle tre regioni che invece fa segnare un +6% forte delle ottime performance dell’Emilia-Romagna (+15%).

Il peso dell’automotive sul Pil della Lombardia

  • Il peso specifico dell’automotive sul Pil regionale è importante rappresentando il 4,3% del totale che all’ultimo dato disponibile risulta di 40,7 miliardi di euro suddiviso in: produzione 8%, componentistica 9%, commercio 62%, riparazione 10%, ricambisti 11%.
  • La filiera automotive ha inoltre un impatto notevole sull’export della regione, pesa infatti per il 3,6% (6 miliardi di euro nel 2023) sul totale e si suddivide per il 34% in produzione e per il 66% in componentistica.

FILIERA-AUTOMOTIVE-IN-LOMBARDIA

Logistica in Lombardia

Anche sul fronte della logistica in Lombardia i numeri sono comunque positivi, al di là della leggera flessione del numero di imprese registrato negli ultimi dieci anni, -3%.

Al 2023 le aziende del comparto sono 25.675 (2,4% delle imprese totali regionali) e contano circa 8,7 addetti di media.

Di queste circa 7 su 10 sono microimprese: nei numeri il 72,2% sono microimprese, il 17,8% le piccole, il 6,3% le medie e solo l’3,7% le grandi.

Anche sul numero di addetti, che sono 222.298 (il 5,3% del totale regionale), il 15,3% sono impiegati in microimprese, il 24,1% in piccole, il 27,6% in medie e il 33,1% in grandi.

Dallo studio si evince come la distribuzione regionale delle imprese della logistica si divida principalmente in due segmenti:

  • il 55% sono aziende attive nei trasporti
  • il 45% nei servizi a supporto

Nel dettaglio, in dieci anni, le imprese di trasporti sono in calo del 17%, mentre quelle dei servizi a supporto sono cresciute del 5%, per un totale di decrescita generale di circa il 3%.

Di tutt’altro respiro i numeri degli addetti che sono per il 36% impiegati nei trasporti e per il 64% nei servizi a supporto: in particolare, quelli dei trasporti sono aumentati del 28%, mentre quelli dei servizi a supporto del 34%, per un totale di crescita generale di circa il 32%.

“Le limitazioni imposte dall’Austria sul Brennero stanno diventando un danno insostenibile”, ha commentato il Presidente di CNA Lombardia Giovanni Bozzini, “La competitività della logistica richiede prima di tutto un’azione decisa delle istituzioni su questo punto. Guardiamo ai dati del traffico veicolare: per funzionalità e costi, nel traffico pesante non esiste un’alternativa alla motorizzazione diesel. Serve una politica di supporto ed incentivazione non solo nazionale bensì europea”.

La logistica lombarda, inoltre impatta sul Pil regionale per il 3,3% in maniera minore dell’automotive, ma comunque fa registrare numeri consistenti come riporta l’ultimo dato disponibile, ovvero 31,8 miliardi di euro suddiviso in: trasporti 34% e servizi di supporto 66%.

“La digitalizzazione in ambito logistico può essere messa al servizio dell’integrazione del sistema in una logica di intermodalità”, ha detto Binda, “Alcuni ritardi nell’attuazione del PNRR vanno recuperati. La digitalizzazione costituisce un investimento che genera un importante effetto-leva.”

FILIERA-LOGISTICA-IN-LOMBARDIA

Automotive e Logistica: per CNA, filiere vincenti

Per Bozzini, Presidente CNA Lombardia, Moreno De Col, Presidente CNA Veneto e Paolo Cavini, Presidente CNA Emilia-Romagna, “Il ruolo delle piccole imprese nelle filiere dell’automotive e della logistica è strutturale e centrale, come lo è quello di queste filiere nella ricetta dell’economia nazionale”.

Ma, hanno ricordato, “L’ambizione degli obiettivi condivisi a livello comunitario deve sposarsi con il realismo dei mezzi. Serve pragmatismo, ma anche un pluralismo tecnologico che non ci faccia dipendere solo da soluzioni unilaterali e necessariamente parziali, come nel caso dell’auto elettrica. Bisogna stimolare la creatività e la libertà nell’escogitare e implementare soluzioni utili alla grande battaglia della tutela della sostenibilità. La digitalizzazione e l’intelligenza artificiale rappresenteranno due strumenti davvero importanti per governare il cambiamento restando competitivi”.

“Siamo lieti di riscontrare ormai una consapevolezza: una transizione incentrata solo sull’elettrico danneggia competitività e occupazione nel settore automotive” ha voluto sottolineare ancora una volta il Presidente Bozzini, “Bisogna infatti interrogarsi sempre sul rapporto costi-benefici. Serve dunque una visione pragmatica, incardinata al principio della neutralità tecnologica, per dare spazio ad una pluralità di strumenti e di soluzioni, tutte coerenti con gli obiettivi dell’Unione europea. La filiera automotive va finalmente considerata nella sua globalità: produzione, componentistica, autoriparazione”.

Transizione energetica in Lombardia: il punto

  • La ricerca di CNA Lombardia analizza anche il ruolo dell’automotive nella transizione energetica e in particolare prende in esame il parco auto della regione che, secondo gli ultimi dati disponibili a fine 2022, conta 6,3 milioni di autoveicoli, di cui il 54,1% alimentato a benzina, il 33,1% a gasolio, il 5,2% ibrido, lo 0,5% elettrico e il 7,1% a gpl, metano o altro.
  • Dal 2015 al 2022 si è inoltre assistito a un’evidente inversione di tendenza per quanto riguarda le nuove immatricolazioni e le rispettive alimentazioni: la benzina è scesa da 42% a 37,1%, il gasolio è crollato da 47,6% a 10,6%, l’ibrido è salito da 2,6% a 41,1%, mentre Gpl, metano o altro sono passati da 7,7% a 7,3%. Il totale di nuove immatricolazioni è calato così del 22%, da 272.255 a 212.379.