Il Governo oggi ha varato il pacchetto di misure economiche con l’approvazione definitiva del D.C.P.M. “Cura Italia” a sostegno delle imprese del Paese, messe in ginocchio dai provvedimenti restrittivi per la guerra al COVID-19 e dalla riduzione di traffici e transazioni commerciali
È stato dunque emanato oggi il Decreto del quale si prevedeva la formale approvazione per venerdì 13 marzo. A causa di questo slittamento, il “Cura Italia” arriva alla conoscenza di famiglie ed imprese sul filo di lana di scadenze fiscali importanti a partire dal versamento Iva del 16 marzo, ed i motivi dei vari rinvii sono diversi.
Da un lato l’esigenza di un accordo esteso tra le diverse componenti politiche, e poi l’attenzione ad alcuni “indicatori” e variabili da tenere bene in conto sia a livello interno che internazionale. Il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in fase di presentazione del provvedimento, ha inoltre anticipato un ulteriore e nuovo intervento per il prossimo mese di aprile.
La sicurezza sui luoghi di lavoro
Ad anticipare il “Cura Italia” la settimana scorsa, anche la videoconferenza tenuta in mattinata dal Premier Conte – coadiuvato nell’occasione dal nuovo Commissario per l’emergenza Domenico Arcuri – con sindacati ed associazioni imprenditoriali. Uno dei punti riguarda la distribuzione di dispositivi di protezione individuale a tutti i lavoratori (kit protezione).
Per quanto concerne il punto (sui 13 che compongono il Protocollo) dedicato alla possibilità di chiusura dei reparti “non necessari” (cioè quelli diversi dalla produzione e quelli surrogabili con attività di smart working), ed in previsione di eventuali nuovi provvedimenti restrittivi, va registrata la contrarietà di Anfia che con un comunicato stampa invoca un approccio condiviso ed un’azione concertata con i Governi di Germania e Francia sulla chiusura degli impianti Automotive.
Gli stanziamenti messi in campo dal Governo, in concreto
In immediato il Governo impegnerà da subito tutti i 25 miliardi di euro senza dividere gli impegni in due steps successivi. Il Decreto prevede misure estese anche alle famiglie, oltre che all’universo imprenditoriale presente in Italia. In questo contesto proviamo ad analizzare i provvedimenti con riferimento al mondo dell’auto, ed al comparto degli autoriparatori e ricambisti. Ecco perché è il caso di evidenziare in primis l’estensione della Cassa Integrazione a tutti i comparti ed a tutte le dimensioni aziendali presenti in Italia, superando con ciò uno dei problemi storici con cui il settore del Service faceva i conti: le dimensioni critiche delle imprese dell’autoriparazione, a causa delle quali raramente le stesse hanno potuto accedere a forme di sostegno pubblico (CIGO o la Cigs, i Contratti di Solidarietà, etc..). Ecco nel dettaglio le voci di intervento:
Sostegno agli autonomi – 600 euro “una tantum” per il mese di marzo per partite Iva individuali iscritte al regime separato previdenziale, contro un preannuncio di 500 euro al mese per tre mensilità.
Scadenze fiscali – Per le scadenze fiscali ordinarie del 16 marzo si rinvia il termine a venerdì 20 marzo per le imprese con ricavi superiori ai 2 milioni di euro. Per le aziende che dichiarano ricavi inferiori ai 2 milioni di euro (comprese le imprese di trasporto) il rinvio è al 31 maggio con possibilità di saldo con 5 rate. Le altre scadenze calendarizzate dall’8 marzo al 31 maggio (come Dichiarazione Iva annuale, ad esempio) sono rinviate al momento al 30 giugno.
Le partite Iva che in un trimestre successivo al 21 febbraio 2020 dichiareranno un fatturato inferiore di almeno il 34% rispetto all’ultimo trimestre del 2019, potranno sospendere i mutui sulla prima casa.
Le società di capitali (S.r.l., SpA, SApA) potranno spostare al 30 giugno le assemblee di approvazione dei bilanci 2019.
Inoltre una piccola boccata di ossigeno arriva dalle procedure di riscossione fiscale coattiva, perché le scadenze di versamenti calendarizzati tra l’8 marzo fino al 31 maggio sono rimandate al 30 giugno; mentre diversi permessi e concessioni in scadenza fino al 15 aprile sono prorogati al 15 giugno 2020.
“Cassa integrazione” – Il Decreto prevede eccezionalmente la “CIG in deroga” – fino a 9 settimane – su tutto il territorio nazionale, per tutti i settori produttivi, ed infine per imprese anche con un solo dipendente. La misura sarà tesa a coprire percentualmente la retribuzione spettante nel numero di ore non lavorate a causa della crisi sanitaria. La misura impegnerà 10 dei 25 miliardi complessivi. Viene potenziato anche il “FIS” (Fondo di integrazione salariale) che sostiene il reddito dei lavoratori in caso di cessazione dell’attività lavorativa delle imprese. Nella Cassa Integrazione Ordinaria (Cigo) infine viene introdotta la causale unica “Emergenza COVID-19” per velocizzare e semplificare le procedure per attivare lo strumento.
Premi e coperture peri lavoratori – I lavoratori con redditi entro i 40.000,00 euro annui e rimasti nella sede di lavoro a marzo, riceveranno nella busta paga di aprile od al massimo entro il conguaglio di fine anno un premio supplementare di 100 euro esentasse.
La liquidità per le imprese – La manovra, secondo il Governo, attiverà flussi per circa 350 miliardi, considerati come flusso di liquidità mosso dal sistema finanziario. Questo aspetto riprende le anticipazioni della settimana scorsa sulle misure del Decreto, anche attraverso il rafforzamento del Fondo di Garanzia, attraverso la sospensione delle rate di prestiti e mutui fino alla fine dell’estate 2020, ed anche con la clausola di salvaguardia dei fidi già contratti.
di Riccardo Bellumori
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